Riportiamo l’Audizione informale del rappresentante di Eni, Giovanni Maffei, in Commissione Attività Produttive, nell’ambito della discussione della risoluzione 7-00258 De Toma, recante iniziative urgenti in favore del settore della distribuzione dei carburanti.
Come vede Eni la stazione di servizio del futuro per quello che riguarda il Gestore?
Maffei precisa che la rete Eni conta una percentuale di non oil che è pari al 56%, nel dettaglio 2.000 stazioni di servizio Eni contano almeno una attività ed il 30% delle 2.000 anno almeno due attività. In termini di fatturato lordo ulteriori introito di 210milioni di euro anno, che favoriscono un margine lordo per i gestori di ulteriori 60 milioni di euro anno. In termini concreti il compenso complessivo medio attuale di un gestore italiano non si discosta in maniera rilevante rispetto ai compensi e ricavi lordi di un gestore in europa. Dati riscontrabili aventi un benchmark con le reti Eni presenti in parecchi paesi dell’unione europea.
Quale il ruolo del Gestore Eni:
Eni vanta una tradizione fortissima in termini di condivisione con le organizzazioni sindacali, partendo dal presupposto della necessità di regole rigide per riuscire a lavorare in autonomia per avere rispetto del libero mercato e della libera concorrenza. L’assenza di regole favorisce la nascita di situazioni contrarie e dannose anche ad aziende strutturate come Eni.
Eni è favorevole agli accordi, ai contratti tipizzati. Eni è assolutamente disponibile ad affrontare con le categorie dei gestori tavoli aperti basati sulla reciproca lealtà e trasparenza. Eni non è d’accordo all’introduzione di un compenso minimo perchè contrario agli elementi basilari della contrattazione che deve esistere tra due parti che svolgono lavoro autonomo.
…guadagnamo troppo…..