Non è difficile procurarsi sui mercati internazionali benzina e gasolio a basso prezzo. Dall’Est Europa, ma non solo, vi è traffico incessante di autocisterne cariche verso l’Italia. Questo crea un problema di danno erariale e di concorrenza sleale. Su questi argomenti è stata organizzata da Confcommercio Veneto a Mestre il 19 dicembre un convegno tra cui sono intervenuti la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le Associazioni di settore.
Il tenente colonnello Fabio Marco Vetrano, capoufficio operazioni del Comando regionale Veneto della Guardia di Finanza, ha tracciato l’identikit di un fenomeno che in Veneto assume sempre maggiore “peso”: il traffico internazionale di prodotti petroliferi. E il Veneto per la sua posizione geografica diventa terra di passaggio di queste rotte illegali. Il carburante al centro dei traffici, spiega l’esperto della Finanza, ha «le stesse caratteristiche del prodotto lecito ma c’è una evasione di imposta rilevante, centinaia di milioni di euro evasi che produce una forte alterazione delle regole della concorrenza». Vetrano ne è certo; si tratta di traffici di carburanti, dalle benzine al diesel, che hanno oramai un peso tutt’altro che residuale. “Negli ultimi 10 anni ho comandato reparti operativi in Veneto – ha precisato Vetrano, in questi anni non ho visto tantissime denunce: avrei piacere di veicolare ai reparti le informazioni che arriveranno e magari fare due chiacchiere con chi ha la soluzione pronta. Dal punto di vista operativo-investigativo – ha aggiunto – non è purtroppo così facile. Siamo pronti a lavorare anche attraverso le associazioni di categoria. Mi interessa che il messaggio arrivi”.
Dalla Guardia di Finanza il fenomeno è monitorato attentamente. Quelli che un tempo erano semplici controlli di tipo amministrativo oggi sono indagini di polizia giudiziaria perché le frodi, messe in atto, attraverso società “cartiere”, nate appositamente per truffare sul mancato pagamento dell’Iva, impongono un cambio di passo investigativo. Il tenente colonnello Vetrano precisa: «L’utenza non ha molta contezza della situazione, perché d’altronde il rifornimento del proprio veicolo è comunque garantito. Ad approvvigionarsi sono organizzazioni criminali che creano filiere illecite con acquisiti e vendite eseguiti con fatture inesistenti, le cosiddette frodi carosello: siamo impegnati a tutto campo per contrastare il fenomeno, con attività d’indagine di polizia giudiziaria, perché i controlli tradizionali non bastano più».
Presente anche Staffetta Petrolifera che ha proposto alle associazioni di settore di costituirsi parte civile nei processi per frodi. Una proposta accolta da Figisc confcommercio, il presidente Bruno Bearzi, “ci stiamo in questi giorni confrontando con le associazioni di settore, siamo sicuramente favorevoli. Troveremo le forme e i modi per farlo”. C’è, ha aggiunto, “un aspetto che vorrei sottolineare: il mercato extrarete in questi ultimi anni è passato dal 32 al 45%”.
Della crescita dell’extrarete ha parlato anche Moreno Parin, organizzatore dell’evento, puntando il dito sulle responsabilità dei depositi privati e sostenendo il reverse charge.
Diego Variola di Assopetroli ha ricordato l’allarme lanciato dall’associazione nel 2014: “negli ultimi 5 anni la situazione non è migliorata, anzi è peggiorata. La falla si tura con degli interventi normativi adeguati. Gli interventi sono arrivati in ritardo, sono stati parziali e incompiuti. La politica probabilmente ha sottovalutato il problema”.
E sono oramai varie le inchieste della magistratura, da Venezia fino a Trieste. Un “buco” per le casse dello Stato di circa 20 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo e 200 milioni di euro per il Veneto, regione particolarmente esposta al fenomeno perché terra d’ingresso delle autocisterne provenienti dall’Est Europa, stima la Confcommercio del Veneto che di questo fenomeno ha discusso in una tavola rotonda con esperti a Mestre. Danno erariale, alterazione del libero mercato, concorrenza sleale sono le gravi conseguenze.
Antonio Cantiani dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli ammette la vastità del problema: «Questo fenomeno potrebbe essere stato aiutato dal proliferare delle pompe bianche, svincolate dagli obblighi contrattuali con i colossi del settore. In quanto libere e indipendenti queste catene indipendenti possono trovare prodotti a prezzi vantaggiosi con il rischio di incappare in prodotti di traffici fraudolenti».
«È una situazione inaccettabile che crea disparità per gli operatori e distorce la filiera», ha spiegato il presidente di Confcommercio veneto Massimo Zanon. «L’evasione dell’Iva e delle accise produce l’effetto di commercializzare prodotti a prezzi molto più competitivi, creando enormi difficoltà per i piccoli operatori che sottoscrivono contratti di gestione con le compagnie petrolifere tradizionali e spesso si trovano costretti a gettare la spugna. Come categoria auspichiamo, nei limiti del possibile, maggiori controlli, su strada e non solo, per arginare un fenomeno purtroppo diffuso».
tutte queste autocisterne come mai vengono solo in italia