Il Gestore finalmente stava chiudendo la stazione di servizio.
Guardo’, dopo una giornata intera a lavorare, mediando tra i suoi dipendenti, alcuni di essi si esprimevano male in italiano, ma erano bravi ed efficienti, il magro incasso della giornata, colma di improperi da parte dei clienti per il prezzo del servito. La battuta meno pesante era stata : ” A questo punto, non ti basta farmi lavare il vetro e salutarmi con garbo, devi venire a casa mia domenica a fare le pulizie, stendere almeno un paio di lavatrici e stirare un po di camicie, per il differenziale che ti ho dato sulla benzina !”
Per di piu’ molti di questi clienti, sia pure affezionati e a volte scherzosi, pagavano con carta bancaria. Maledetto il giorno in cui aveva accettato di far transitare questi incassi nel pos aziendale ! Li avrebbero conteggiati dopo diversi giorni se non trattenuti per una prossima fattura dei lubrificanti in scadenza. E cosi’, grande lavoro, grande affaticamento, ma liquidità poco significativa. Per non parlare delle carte aziendali, sulle quali pagava importi considerevoli per commissioni alla propria compagnia che ormai costituivano quasi tutto l’erogato del gasolio . Lavoro sporco, liquidità giornaliera zero. Che avrebbe portato in banca il giorno dopo ? Pochi spiccioli e di ritorno sarebbe passato nella chiesa del paese per pregare qualche santo benefattore che gli importi delle carte bancarie e quelli delle carte aziendali, saldamente in mano alla petrolifera, venissero accreditati il piu’ velocemente possibile. Avrebbe dovuto chiedere lui una fideiussione alla petrolifera, visti i tempi, e non tenere bloccate decine di migliaia di euro per garantire il pagamento delle forniture dei carburanti. Solo che era anche costretto a rispettare il minimo di fornitura, calcolato in modo abominevole sulla metà della capacita dei serbatoi, ma quando si vendeva veramente mica oggi.
Se provavi a sentire il tuo referente aziendale , sempre irritato al telefono, quando rispondeva ovvio, ti sentivi dire che non si poteva fare diversamente, che il sistema era ottimizzato e che sopratutto lui non era un bravo Gestore perchè poco incline a capire le ragioni aziendali. Ad altri era andato peggio : gli era stato rimproverato che se non avevano liquidità era meglio che lasciassero l’impianto ed andassero a fare il pompista da altre parti. In azienda volevano “imprenditori”, non morti di fame.
Cosi’, rimuginando e cercando di trovare soluzioni – il giorno dopo scadeva una fattura di merce acquistata tre giorni prima che avrebbe venduto in 10 giorni – e immaginando di chiedere qualche prestito a qualche parente, contando mentalmente il magro incasso giornaliero, pensava che negli ultimi tempi questa compagnia petrolifera era profondamente cambiata. Si certo, la tecnologia, i sistemi computerizzati, lui che era ostico a usare il pc, poco incline a capirci qualcosa nei conguagli di fine mese, ma l’Azienda era veramente cambiata. Era diventato un rastrellatore di soldi, un raccoglitore di liquidità per la compagnia, In breve, uno sportello bancario a costo zero , o di bassa manovalanza , ma di questo immane giro di denaro fagocitato con vorace appetito dall’azienda, non rimaneva poco o niente. Sempre fidandosi con i conti fatti in qualche lontano ufficio digitalizzato della compagnia, venissero riconosciuti integralmente i margini a lui spettanti. Ma anche sui cali qualcosa non quadrava . Aveva seguito rigorosamente la procedura, inviato raccomandate, caricato sul portale i numeri, le giacenze, le chiusure e il rimborso ovviamente tardivo non gli quadrava. Era come se avesse acquistato in Slovenia del prodotto senza iva e senza accisa.
Insomma, qualche germe della diffidenza si faceva strada piano piano . Avrebbe chiamato l’indomani il suo addetto rete e gli avrebbe detto che il tutto gli sembrava un abuso, una vero e proprio atto di sottrazione di soldi suoi, già pagati debitamente e puntualmente. Perche’ riceveva il 50 per cento in meno ? Avrebbe chiamato il suo addetto rete protestando perchè cosi’ la sua attività, frutto di tanti sacrifici e con tanta gente impegnata, veniva espropriata senza alcuna apparente ragione, se non quella finanziaria voluta e scelta dalla “sua ” azienda.
Stava chiudendo , quadrati i risultati del terminale ( forse lo avrebbe disattivato nei giorni successivi, penso’…) raccolti i pochi soldi veri incassati, quando da dietro una traversa vide sopraggiungere una ombra minacciosa . Evidentemente scosso, attese con dignità nel suo chiosco che l’ombra si rivelasse.
Tiro’ un sospiro di sollievo quando vide che era un uomo incappucciato che stringeva nella mano destra tremolante una pistola . Lo saluto’ con sollevato affetto e riconoscenza ed andarono entrambi a bere un bianchino al bar ancora aperto . Per un istante aveva temuto che fosse l’addetto rete della compagnia.
F.to: Massimo della Pena
Una descrizione spietata e veritiera, ci riconosciamo tutti in questo racconto. Sta a noi ora cercare di invertire la rotta. Non sarà facile, ma sono anche convinta che con intelligenza e caparbietà si può riuscire. Aspetto con interesse e curiosità la terza puntata.