Ferrara, trovato morto nel suo distributore: tra le ipotesi la pista economica

L’uomo si è tolto la vita all’interno dell’impianto. Al vaglio le ragioni del gesto estremo del 53enne Natali (Federmetano): “Le indagini chiariranno. Il settore vive un periodo critico, ne parlerò al direttivo”

errara, 25 settembre 2022 – È giallo sui motivi all’origine della tragedia che si è consumata venerdì in un distributore di metano alla prima periferia della città. Le ipotesi al vaglio sono diverse e gli inquirenti non possono escludere nemmeno che dietro alla scelta estrema di Mauro Bellinelli, 53 anni, ci possa essere una ragione economica, magari legata alle difficoltà che il comparto del gas sta attraversando in questa complessa congiuntura. Ma, al momento, non è stato ancora possibile dare una risposta certa a questi interrogativi. A quanto si apprende, infatti, non sono stati trovati scritti o messaggi che motivassero esplicitamente il gesto dell’imprenditore che, stando a quanto emerso, già in passato avrebbe manifestato intenti estremi. È possibile che qualche elemento in più per indirizzare gli investigatori dell’Arma possa arrivare da chi lo conosceva bene e condivideva con lui le giornate nel piazzale del distributore o tra le mura di casa. Le verifiche stanno proseguendo avvolte nel più stretto riserbo, dovuto a tragedie di questo tipo. Per prima cosa, i carabinieri hanno appurato la volontarietà del gesto, escludendo il coinvolgimento di altre persone. Sono bastate le prime indagini sul luogo del ritrovamento per togliere ogni dubbio. L’allarme è scattato intorno alle 20.30 di venerdì, quando il padre del 53enne, preoccupato perché il figlio non rispondeva al telefono, è andato a cercarlo al distributore di via Bongiovanni, trovandosi davanti a una scena sconvolgente. Il cancello dell’impianto era stato chiuso e, per raggiungere il corpo ormai senza vita, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

La notizia della tragedia di via Bongiovanni si è diffusa rapidamente tra gli operatori del settore. “Le indagini faranno il loro corso ed evidenzieranno le cause che hanno portato questa persona ad arrivare a una soluzione tanto tragica – osserva Dante Natali, presidente di Federmetano –. È comunque chiaro che il nostro settore sta vivendo una situazione unica, che sta portando rapidamente a una paralisi e alla chiusura di molti punti vendita. Per molti di noi non ci sono più le condizioni per stare sul mercato”. I numeri elencati da Natali sono inquietanti. “Attualmente – prosegue – abbiamo duecento impianti dei 1.530 presenti sulla rete che riescono a tenere un prezzo sotto i due euro al chilo. Purtroppo, con il 30 settembre e il rinnovo delle condizioni contrattuali, sarà impossibile continuare questo regime e dovranno allinearsi sui tre euro al chilo. Chi verrà danneggiato da questo stato di cose sono un milione e duecentomila famiglie che usano da sempre il metano per risparmiare e come scelta ‘green’, e un settore da ventimila posti di lavoro, completamente in ginocchio”. Tornando a quanto accaduto a Ferrara, conclude Natali, quale che sia l’esito delle indagini, “il caso verrà portato all’attenzione del direttivo della nostra associazione”.

Fonte: Il Resto del Carlino

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pippo
pippo
2 anni fa

Condoglianze sincere alla famiglia
Io personalmente da 15 gg ho messo in mobilita ,licenziati 2 dipendenti del metano ,tanto non serviranno mai più Facendo il conto della serva circa 30 mila persone nel comparto metano auto tra indotto e servizi rimarranno a casa sulle spalle della collettività per anni .Dico ,non era meglio fare un prezzo politico uguale per tutti ,1,5 € al kg l a differenza la metteva il governo e si continuava a lavorare ,senza mettere in ginocchio tutta la filiere ,e aiutando chi ha acquistato un auto a metano e oggi si ritrova un debito impossibilitato a venderla o trasformarla a gpl ? Per farsi capire 30 mila persone in cassa integrazione sono circa 600 milioni all anno Qualcuno più intelligente di me sa fare di conto ?

Beppe
Beppe
2 anni fa

molto dispiaciuto per quello che è successo. Federmetano ne prenda atto, se ce da chiudere si chiude. punto. si chiama rischio di impresa

pippo
pippo
Rispondi a  Beppe
2 anni fa

Col cazzo !!! è rischio di impresa .il rischi impresa si ha quando ci sono  l’insieme delle responsabilità dell’impresa sulle scelte dell’impresa l aumento spropositato del metano è strozzinaggi ,speculazione ,e uno stato che se ne sbatte del popolo ,dei gestori e degli automobilisti .1500 impianti metano alla fame e nessuno sta facendo nulla !!!!!!Dove cazzo è il sindacato !!! federmetano !!! Vergognatevi

Alex
Alex
2 anni fa

Condoglianze sincere alla famiglia.
Credo che in rapporto al numero dei gestori non esiste un’altra categoria di imprenditori che abbia un numero così alto di suicidi.
Senza che nessuno dica niente .
Non ho parole!!
Eppure ascoltando tutti i professori del nostro settore dovremmo fare quasi una vita da favola.

tony
tony
Rispondi a  Alex
2 anni fa

concordo.Nessuno ne parla perche’ non fa notizia ,ne parlano quando siamo dei ladri,che rischiamo la vita tutti i giorni niente di niente.