Dall’edizione ferrarese del quotidiano “Il Resto del Carlino” arriva un articolo che offre una chiara visione della difficile situazione che stanno attraversando sia i gestori carburanti che gli automobilisti. I gestori si trovano imprigionati in margini sempre più ridotti, che vengono azzerati dall’incremento dei costi dei carburanti. Gli automobilisti, d’altra parte, sono stretti nella morsa dei prezzi elevati dei carburanti e del generale aumento dei costi della vita.
Eccone il contenuto.
Una corsa che si misura sul filo del centesimo. Non di secondo. Il cronometro è lo stipendio che si asciuga, il conto in banca che resta incomprensibilmente uguale a sé stesso, se va bene, di mese in mese. Il bonus del governo un’illusione nella quale si culla giusto un pensionato che usa l’auto per andare in chiesa la domenica, nel giorno della messa comandata. Il resto, mancia. Per andare magari a prendere una pizza con la moglie. Anche quello un lusso.
E’ una corsa nel miraggio del risparmio, da un distributore all’altro, da una zona all’altra della città, il litro che pesa sul portafoglio. Non solo. Nelle due stazioni dell’autostrada lievita oltre la soglia dei due euro ” soglia psicologica, l’ansia che attanaglia ” il costo della benzina, quasi un filetto in un ristorante stellato. Esasperati gli automobilisti in un tagadà di prezzi che vanno da 1.919, ancora più su a 1.939, sempre più in alto a 2.034 fino ai 2.080 in A13, con il record di 2.199 in un distributore alla periferia di Ferrara. Esasperati anche i gestori dei distributori. Che con quei prezzi hanno visto calare i clienti, la benzina che scompare nel serbatorio come acqua nel deserto. Dice il titolare del Q8 in via Comacchio, da 27 anni a fare la spola dal gabbiotto alla piazzola, lui e la moglie. “A fine anno lascio, così non ci sto più. Le spese sono più alte dei costi, ripeto non ho più margine. A fine anno chiudo. Peccato, quando ho cominciato non mi sarei mai aspettato che sarebbe finita così. Solo per la macchinetta per pagare se ne vanno 7mila euro all’anno, soldi che finiscono alla banca e alla società petrolifera. Io, nemmeno un euro”. E allora basta, si spengono le luci, dopo una vita a nove ore al giorno. Saluta la compagnia con l’anno nuovo. Marco Cervi ” un cliente, l’altra campana ” lavora nel mondo delle calzature. L’altro giorno era al Tamoil sulla Statale 16. “Con questi prezzi, con il carburante a peso d’oro, usi la macchina meno possibile”, dice, tecniche di sopravvivenza. Che lasciano il serbatoio così come lo trovi. Ancora un’altra campana, quella amara che raccontano i ragazzi dell’Agip in via Ravenna. Michele Coda, 25 anni, lavora lì con il padre da quando ne aveva diciotto. Il lavoro gli piace, un po’ meno da qualche mese. “Siamo sempre noi ad andarci di mezzo, a ricevere gli insulti degli automobilisti. Quando in realtà il nostro guadagno si misura in centesimi, i prezzi li fanno altri. Non certo noi”. Michele serve un cliente, poi aggiunge. “Mi piace stare in mezzo alla gente, negli ultimi tempi però tutto è cambiato. Come fai a lavorare così, ti guardano storto. Siamo noi a metterci la faccia, per dieci ore al giorno”. Marco Zavatti, un cliente, va a gpl. “Si risparmia”, dice. Anche se i conti non tornano. C’è un prima e un dopo. Prima della stangata con 14 euro faceva un pieno. “Adesso ce ne vogliono 20 di euro. Il bonus? Inutile”.
Un’altra campana ancora, che sembra suonare a festa. Ela Kasa e il marito Ilir Ismali gestiscono l’Esso, in via Wagner. Vengono dall’Albania, hanno studiato a Padova, adesso lavorano lì. Tra litri che scorrono, caffè serviti al bancone, qualche panino alla tavola calda mangiato in fretta dal camionista che deve ripartire, davanti a lui chilometri e consegne. Il costo del carburante è tra i più bassi in città, i clienti ci sono. Si fermano, fanno il pieno e magari si siedono ai tavolini del ristorante per pranzare. Hanno anche un autolavaggio nuovo, il self 24 ore su 24. “Gli aumenti? Ormai i cittadini si sono abituati. E’ un salasso continuo, dalla spesa a tutto il resto. Noi cosa possiamo fare, questi sono i prezzi che stabilisce la compagnia. Non hai margine, non puoi decidere tu. Altrimenti uno sconto ai nostri clienti lo faremmo anche”. E c’è chi fa il pieno di benzina, nella tanichetta. Prima di entrare in autostrada. “Spendi meno in gioielleria”, sulla bilancia della rabbia. “E’ una situazione impossibile”, ripete Paolo Orlandi mentre fa giusto dieci euro all’Eni in via Bologna. Niente da fare, la macchinetta le banconote non le prende più.
noi chiediamo solo un minimo di sopravvivenza,con tutti gli oneri che abbiamo da pagare,per la sanita’pubblica amministrazione si trovano i soldi pera aumentare gli stipendi e’ noi ci torturano con tutte le tasse stramaledette…