L’Opec+ ha deciso di tagliare la produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno, come già proposto dal comitato tecnico del cartello e anticipato dai media americani. Si tratta di un taglio doppio rispetto a quanto preannunciato nei giorni scorsi, quando si prevedeva una riduzione a un milione di barili.
La decisione dei produttori del Medio Oriente ha scatenato la protesta degli Usa, che hanno accusato il cartello di “un allineamento” dell’organizzazione con la Russia, come ha tuonato la portavoce della Casa Bianca Karline Jean-Pierre: “È chiaro che con la sua decisione di oggi, l’Opec+ si sta allineando con la Russia. È un errore”.
La riduzione decisa dall’Opec+ è un vero e proprio schiaffo agli Stati Uniti, che da giorni cercavano di fare pressione su Kuwait, Arabia Saudita e Emirati arabi per evitare quello che gli analisti americani valutavano come un «disastro totale». Secondo il Wall Street Journal, la diminuzione dell’offerta di petrolio da parte del’Opec+ porterà a un aumento delle quotazioni a livello globale. Un effetto che aiuterà inevitabilmente la Russia, grande esportatore di greggio.
La mossa mina anche i piani del G7, che preparava un tetto al prezzo del petrolio russo sul mercato globale. Nella giornata di ieri le borse europee hanno accusato il colpo, chiudendo tutte in rosso. Non da meno i prezzi dei carburanti in Italia che hanno invertito il trend ribassista ritoccando i listini di 2/3 centesimi da parte delle maggiori compagnie petrolifere.
Pochi minuti dopo la diffusione del comunicato ufficiale dell’Opec, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e del direttore del National Economic Council, Brian Deese, hanno diramato una nota congiunta esprimendo la “delusione” del presidente Joe Biden per “la decisione miope dell’OpecPlus di tagliare le quote di produzione mentre l’economia globale sta affrontando il continuo impatto negativo dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin”. La nota continua sottolineando il momento di fondamentale importanza per “assicurare la fornitura globale di energia”, col rischio che la decisione dell’OpecPlus abbia l’impatto peggiore “sui paesi a reddito medio e basso che stanno già vacillando per i prezzi elevati dell’energia”.
Poi la nota ricorda i successi dell’amministrazione Biden nel contenere i prezzi della benzina alla pompa tramite il ricorso alle scorte strategiche di petrolio e si appella nuovamente alle compagnie petrolifere per aiutare il governo a raggiungere gli obiettivi di contenimento dei prezzi. Infine, la minaccia all’OpecPlus: “alla luce dell’azione odierna, l’amministrazione Biden si consulterà anche con il Congresso su ulteriori strumenti e autorità per ridurre il controllo dell’Opec sui prezzi dell’energia”. Tra cui c’è il disegno di legge Nopec, che punta a deferire l’operato di concertazione dell’Opec all’Antitrust.
Infine nella nota si ricorda perché è così fondamentale che gli Stati Uniti riducano la loro dipendenza da fonti straniere di combustibili fossili. Con l’approvazione dell’Inflation Reduction Act, gli Stati Uniti sono ora pronti a fare l’investimento più significativo mai realizzato per accelerare la transizione verso l’energia pulita aumentando al contempo la sicurezza energetica, aumentando i consumi di energia pulita e l’utilizzo delle tecnologie energetiche di fabbricazione americana”.
Gia’ oggi prezzi alle stelle non perdono tempo !