Il ministro Salvini come i suoi predecessori: complice della speculazione privata su un bene pubblico in concessone

AUTOSTRADE: TERMINA ALLE 22.00 DI OGGI, LO SCIOPERO DI 72 ORE DEI GESTORI DELLE AREE DI SERVIZIO

Terminerà alle ore 22.00 di questa sera lo sciopero di tre giorni proclamato dalle Organizzazioni di categoria dei Gestori delle aree di servizio autostradali -Faib, Fegica ed Anisa- per squarciare il velo di silenzio e connivenze che da oltre 22 anni consente il perpetuarsi di un “sistema” volto a sfruttare in modo indisturbato e ad esclusivi fini privati, l’abnorme ricchezza che solo un bene pubblico in concessione può generare, a tutto danno della collettività in generale e degli utenti di un servizio con standard qualitativi pessimi e prestato a prezzi ingiustificatamente fuori mercato.

E’ quanto si legge in una nota congiunta diffusa dalle tre sigle sindacali.

La parabola effettuata -prosegue il comunicato- dal 1999 ad oggi dalle concessioni autostradali, anch’esse vittime della cosiddetta via italiana alle “privatizzazioni alla francese” -vale a dire, trasferire i gioielli di famiglia dello Stato agli “amici”, come reazione di certa politica colta impreparata dallo tsunami di “mani pulite”- è particolarmente emblematica.

Così come è emblematico il fatto che la “cacciata” del gruppo Benetton, peraltro destinatario di una generosissima buona uscita, dopo due decenni di dittatura intoccabile ed incontrastata sul settore, non ha spostato minimamente i termini della questione: tutto cambia, perché nulla cambi.

Concessionari -Benetton o non Benetton- marchi della ristorazione e petrolieri, tutti insieme uniti dal medesimo obiettivo di conservare l’esistente e le rispettive ingenti rendite di posizione, rifiutando qualsiasi possibile riforma del settore che non sia la mera redistribuzione dei profitti generati dal bene pubblico.

Con il Ministero dei Trasporti, allora come oggi e malgrado gli avvicendamenti susseguitisi nelle cariche politiche, come in quelle tecniche, a sorvegliare che nessuno osi disturbare il “manovratore”, in palese contraddizione con il mandato istituzionale sancito dalle leggi.

L’inerzia ed il silenzio assoluto sul tema del Ministro Salvini -altrimenti loquace- anche di fronte alle circostanziate denunce che le piccole imprese di gestione si sono prese la responsabilità di mettere a sua disposizione, nonostante le fortissime pressioni di cui sono state fatte oggetto, non può che essere letto come un atto di complicità esplicita e copertura politica verso il “sistema”.

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