Come anticipato nei giorni scorsi il taglio delle accise sui carburanti, che era stato già ridotto al 1° dicembre, terminerà definitivamente a fine anno.
Viene quindi ripristinata anche l’ultima fetta di accisa 18,3 centesimi (Iva inclusa) al litro e 3,4 centesimi al litro sul Gpl.
Inoltre, a quanto appreso da Staffetta Quotidiana che cita fonti di mercato, saliranno, anche, “il costo di miscelazione dei biocarburanti nei carburanti “fossili”, una voce che non viene ritoccata dallo scorso annoe i delta che le compagnie applicano sul Platts ai rivenditori.”
“Per quanto riguarda il costo di miscelazione, scrive ancora Staffetta, dovrebbe registrarsi un rialzo pari a 5 euro per mille litri (cinque millesimi di euro al litro) che interesserà benzina, gasolio autotrazione e agricolo. Come riferito da diversi rivenditori contrattati dalla Staffetta, Eni ed Esso applicheranno l’aumento, portando il costo complessivo della miscelazione della quota d’obbligo di biocarburanti a circa 60 euro/mc, ma anche altre compagnie potrebbero accodarsi con tempistiche diverse.”
“Quanto ai delta sul Platts, risultano alla Staffetta incrementi in arrivo tra un minimo di 10 e un massimo di 45 euro per mille litri. L’aumento serve a fronteggiare i maggiori costi di raffinazione causati dall’embargo del petrolio russo. La notizia girava dalla scorsa estate tra gli operatori del settore e le voci si sono fatte via via più insistenti con l’avvicinarsi del 5 dicembre, ma mancavano comunicazioni ufficiali con la quantificazione del rincaro. Le compagnie avevano avvisato che l’embargo avrebbe causato tempi più lunghi di viaggio delle petroliere, sottrazione di tonnellaggio disponibile, noli più elevati, tempi più lunghi per i processi di raffinazione con conseguente corto di prodotto e contingentamenti presso basi e raffinerie.”
La scelta di non prolungare lo sconto, ovviamente, fa discutere e mette d’accordo associazioni dei Gestori e consumatori, contrari al rispristino del già eccessivo carico fiscale sui carburanti.
Secondo i calcoli di Centro Consumatori Italia, con la fine della riduzione delle accise sui carburanti nel 2023 ci attende un aumento di 5,2 miliardi delle spese per il trasporto su gomma: i rincari del trasporto merci avranno poi ricadute sull’inflazione, che a causa di ciò salirà dello 0,4%, secondo le valutazioni dell’Associazione.
Per il Governo, la misura del taglio delle accise si stima sia costata circa 7 miliardi di euro. La decisione di eliminare il taglio è probabilmente maturata a seguito dal contesto favorevole che ha visto una netta diminuzione dei prezzi e del petrolio sui mercati internazionali. Una tendenza che però sembra stia invertendo la rotta.
Grazie Meloni e Salvini!
E pensare che quando erano all’opposizione dicevano che avrebbero abolito le accise al primo consiglio!
Chissà che i vostri elettori siano finalmente felici di fare il pieno di tasse