Che ha perso di vista l’interesse dei consumatori e quello delle aziende
Purtroppo lo scontro sul decreto Trasparenza è diventato puramente politico. Non si tratta più di sostenere o contestare una norma, ma di prevalere o soccombere in un confronto muscolare tra maggioranza e opposizione e (forse ancora di più) tra le stesse componenti della maggioranza.
La considerazione discende, oltre che dalla palese insensatezza della norma sul cartello con il prezzo medio regionale, dal livello di esposizione della premier in difesa della norma stessa, del “cartello”, citato nella diretta facebook dell’11 gennaio e citato di nuovo ieri, udite udite, nel corso della visita di Stato in Algeria.
Un investimento politico assolutamente sproporzionato per un presidente del Consiglio alle prese con dossier di tutt’altro spessore, a livello nazionale e internazionale. Ma il dibattito si sta avvitando su questo punto politico, perdendo completamente di vista i termini concreti della questione: trasparenza, interesse dei consumatori, salute delle aziende, contrasto a speculazioni variamente intese. Insomma, sulla pelle di gestori, retisti e compagnie si sta giocando una partita tutta politica – ma nel senso deteriore del termine.
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana