Oggi nasce una collaborazione che considero molto importante e utile per tanti colleghi e lettori di GC. Si tratta dell’ assistenza legale dedicata unicamente ai Gestori degli impianti carburanti. Ogni Gestore potrà contattare tramite assistenzalegale@gestoricarburanti.it i nostri esperti, ai quali potranno essere richieste consulenze e consigli sulla reale opportunità di affrontare una eventuale causa legale.
Questa iniziativa nasce a seguito dell’incontro avuto con l’Avvocato Fabio Arcangeli di Torino, durante la fiera di settore Oil Non Oil di Verona. Una conoscenza che mi è stata presentata dal Segretario della Fegica, Roberto Timpani, con cui Arcangeli da tempo collabora. Mi ha stupito il suo spiccato interesse e la sua conoscenza delle norme che regolamentano il settore. Nasce anche da questo incontro una certa empatia e la richiesta di questa collaborazione che vuole iniziare con una serie di domande che possono essere utili a chiarire alcuni aspetti della strada sull’assistenza legale.
G.C. Quando e perché hai deciso di specializzati in un settore ben preciso ?
F.A. Per puro caso, io provengo dal penale, ma alcuni anni fa un mio cliente, che gestiva alcune aree di servizio in autostrada, ha affrontato un durissimo contenzioso contro una nota società petrolifera ed una ancor più nota società di ristoro, contenzioso che mi ha costretto a prendere in mano tutta la complessa normativa della gestione delle aree di servizio in autostrada. Andò bene, ottenemmo una sentenza storica che mi diede la forza di appassionarmi ancora di più. Oggi il diritto petrolifero è la mia principale specializzazione, spaziando dalle aree di servizio autostradali agli impianti in viabilità ordinaria.
G.C.Molti Gestori desistono dal far valere le proprie ragioni legali rispetto a dei colossi come le compagnie petrolifere. Il rapporto di forze è davvero così sproporzionato???
F.A. Si, il rapporto è sproporzionato, perchè si tratta di rapporti di forza economica: spesso il gestore ha paura di difendere i propri diritti perchè teme una reazione della petrolifera contro di lui, e quando reclama davvero è perchè non ce la fa più ad andare avanti. Ma spesso è troppo tardi: un contenzioso dura almeno uno/due anni, e la sentenza magari arriva quando il danno è stato fatto perchè il gestore non ha retto l’impatto del tempo. Le petrolifere lo sanno e spesso propongono soluzioni conciliative al ribasso consapevoli che tanto il gestore accetterà perchè è alle strette. Il mio consiglio è quello di non aver paura di tutelare i propri diritti e di farsi seguire dalle associazioni di categoria, avendo l’umiltà di comprendere che è meglio essere seguiti da chi conosce bene il settore che fare di testa propria, perchè anche un solo passo falso può portare alla perdita di un diritto.
G.C.Il settore dei carburanti, compreso il rapporto contrattuale tra Gestore e compagnie petrolifere o retisti privati, è caratterizzato dalla regolamentazione di leggi speciali importanti. Nonostante tali regolamentazioni rappresentino un ottimo punto di riferimento per la categoria le norme attuali non sono sufficienti ed è sempre più impellente un riordino, anche alla luce delle ultime vicende che hanno visto la categoria entrare in sciopero. Come legale quale sarebbe la norma che andrebbe rafforzata per riequilibrare lo squilibrio attuale del rapporto di forza tra compagnia/retista e Gestore?
F.A. Il tema del guadagno pro litro del gestore è un guazzabuglio di normative di carattere primario e secondario (legge, accordi interprofessionali, accordi colore, accordi individuali) che spesso confondono ed alterano il sistema con metodi di calcolo astrusi ed ingegneristici, senza contare l’abuso del self come elusivo del margine del gestore. Non è che eliminando il guadagno del gestore si può pensare di risolvere il problema del prezzo della benzina. Nessuna vera riforma sarà vincente se non passa attraverso una precisa definizione di un margine minimo a favore del gestore ed al divieto di nuove formule contrattuali che facciano a meno della figura storica del “benzinaio” come l’operatore che gestisce l’impianto interfacciandosi con il consumatore finale.
G.C. Ogni pronunciamento del giudice viene visto come un pericolo in quanto alcune sentenze potrebbero fare giurisprudenza. E’ un pericolo che vale la pena correre? Abbiamo già un numero rilevante di sentenze utili a coprire le lacune della sommarietà delle norme?
F.A. Si, le sentenze ci sono, anche se la giurisprudenza si è occupata poco e male del settore, spesso per colpa di una classe forense che non ha saputo attivare correttamente la articolata normativa di riferimento producendo più danni che benefici. Non basta infatti avere ragione, bisogna anche spiegare ai giudici da dove viene quella ragione.
G.C. Parliamo di abuso di dipendenza economica. La legge 27-2012 chiarisce che c’è abuso di dipendenza economica nel rapporto contrattuale tra proprietario del decreto e Gestore. Cosa è cambiato nel settore e nel contenzioso tra le parti con l’entrata in vigore di questa norma???
F.A. Questa è la norma che più viene citata dai gestori, ma spesso a vanvera! La legge del 2012 ha scoperto l’acqua calda: da sempre il gestore è legato alla petrolifera da un vincolo di dipendenza economica (è obbligato a comprare e rivendere il prodotto ai suoi prezzi). Ciò che la norma intende punire è però l’abuso di questa dipendenza, ma il problema è che non vi è una definizione precisa di abuso. Il concetto è talmente indefinito che la giurisprudenza lo ha ristretto a dismisura, pretendendo che sia il gestore ha provare il comportamento illecito della petrolifera e del relativo danno. In sostanza non basta contestare genericamente che vi sia abuso. Spesso mi sento dire dai gestori: la petrolifera mi cede il prodotto ad un prezzo alto; oppure: la petrolifera mi ha imposto un prezzo di vendita fuori mercato. E’ abuso! D’accordo – rispondo io – ma da quanto tempo? E poi un prezzo alto rispetto a quale impianto? Pompa bianca? E quanto vicino? Due, dieci, cinquanta km di raggio? E poi come dimostriamo che il prezzo alto ha determinato una minore vendita? Gli altri impianti hanno subito una decrescita simile? Così dopo alcune domande, il gestore mi guarda scoraggiato e deluso, quasi fosse colpa mia. Tutto questo per dire che una cosa è la teoria altra è la pratica: per contestare un abuso di dipendenza economica non basta evocarlo ma bisogna provarlo rigorosamente, e per farlo occorrono innumerevoli prove ed un certosino lavoro di raccolta.
D.C. Cali Carburanti. Molte sentenze hanno ormai fatto giurisprudenza in favore dei Gestori ma nonostante questo le aziende petrolifere continuano a trovare cavilli procedurale per tagliare in parte la corrispondenza delle somme dovute. Siamo davvero cosi forti su questa vicenda???
F.A. Sui cali termici si potrebbe scrivere un libro tra il romanzo giallo e la fantascienza. Sappiamo però che ogni petrolifera adotta una sua procedura (per evitare abusi perchè – diciamocelo – gli abusi negli anni passati ci sono stati) e se questa procedura è contenuta negli accordi sindacali deve essere rispettata, pena la perdita del diritto al rimborso. Sappiamo anche che spesso i gestori non la seguono perchè troppo impegnativa, salvo poi lamentarsi. Quello che posso dire è che se non vi è accordo sindacale, i cali devono essere rimborsati come da registro di chiusura UTF. Purtroppo vale quanto detto prima: spesso le petrolifere decurtano il valore della riconciliazione perchè il gestore preferisce prendere poco e subito piuttosto che il giusto dopo uno o due anni di contenzioso.
G.C. Disdette contrattuali. Quando arrivano dalla compagnia non sempre sono legittime. Ma quando è il Gestore a dare disdetta è obbligatorio aspettare un Gestore subentrante per il riconoscimento delle giacenze oil presenti nel vincolo di esclusiva???
F.A. Le disdette contrattuali non dovrebbero mai essere affrontate da soli, il gestore dovrebbe farsi sempre seguire dal sindacato. Troppi e tanti i passi falsi che si potrebbero fare soprattutto nel “verbale di riconsegna”: non dimentichiamoci che l’altra parte (la petrolifera) conosce ogni trucchetto perchè le regole del gioco le ha sempre fatte lei. Comunque per rispondere alla domanda, no, non è necessario attendere il subentrate per farsi rimborsare le rimanenze dei serbatoi se si restituisce, oltre all’impianto, anche la licenza UTF.
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