Sale a 4 il numero di vittime della violenta esplosione seguita da un incendio verificatasi ieri nell’area Eni di deposito carburanti di Calenzano, nella piana fiorentina. Sono stati infatti rinvenuti i corpi di due dei tre dispersi di cui stamani erano riprese le ricerche. Una persona manca ancora all’appello.
Le operazioni di ricerca sono riprese nelle prime ore del mattino sotto la supervisione di tre esperti incaricati dalla procura di Prato che sull’accaduto ha aperto un’inchiesta. I vigili del fuoco sono impegnati anche con i droni.
Gli investigatori hanno una prima ricostruzione, accertando che l’esplosione è avvenuta nella zona del deposito Eni dove si trovano 9 silos pieni di carburante per il rifornimento dei mezzi.
Ieri mattina c’erano sette auto cisterne in fila per fare rifornimento. Sull’innesco dell’esplosione non c’è ancora chiarezza. Secondo un’ipotetica ricostruzione, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica delle autobotti. L’area in cui è avvenuta la deflagrazione è stata posta sotto sequestro. “Non ci sono rischi per la salute. Le concentrazioni in aria a livello del suolo a partire dalla conclusione delle operazioni di spegnimento sono da ritenersi trascurabili e la nube dell’incendio si è dispersa in quota in tempi relativamente brevi. Per tali motivi non si ravvisa la necessità di prelievo di campioni al suolo”. È questo l’esito del monitoraggio di Arpat, l’agenzia per l’ambiente della Regione Toscana. I tecnici hanno confermano quanto aveva anticipato l’assessora regionale all’ambiente e alla protezione civile, Monia Monni, che aveva rassicurato sulla conseguenza della colonna di fumo che si era levata sul cielo di Calenzano in conseguenza della tragica esplosione.
Le indagini: ipotesi di omicidio colposo plurimo
Il procuratore Luca Tescaroli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Al vaglio anche le ipotesi dei reati di lesioni colpose aggravati dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro ed anche il disastro colposo.
A seguito della tragica esplosione di ieri nel deposito Eni di Calenzano, è stato proclamato oggi uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno, da Fim Fiom Uilm di Livorno e il Coordinamento Rsu delle ditte dell’indotto Eni. Almeno 500 lavoratori da stamani alle 8.30 si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della raffineria Eni. “Lo sgomento – dicono i sindacati – è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando”.
Domani, mercoledì 11 dicembre, sarà giornata di lutto regionale in Toscana, come ha annunciato il presidente Eugenio Giani al termine della riunione della Giunta ieri sera, lunedì 9 dicembre. Il Comune di Calenzano ha proclamato due giorni di lutto, ieri e oggi. Sempre per domani (11 dicembre) Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di quattro ore (fine turno) con manifestazione (14,30-16,30) a Calenzano. “Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti. Quello che è successo è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce sulle modalità di quanto accaduto. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita”, hanno detto i sindacati.