Riforma Carburanti: il Mimit tenta la mediazione sul contratto di appalto

Entro una settimana le osservazioni delle parti, ma il nodo resta irrisolto

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha provato a sbloccare l’impasse sulla riforma della distribuzione carburanti, mettendo sul tavolo una proposta di mediazione, in particolare sul controverso tema del contratto di appalto di servizi. Durante l’incontro presieduto dal sottosegretario Massimo Bitonci, le parti – gestori, compagnie petrolifere e associazioni di settore – sono state invitate a presentare le loro osservazioni entro una settimana.

Tuttavia, la questione resta spinosa. Il contratto di appalto è stato oggetto di una recente sentenza del Tribunale di Torino che ne ha sancito l’illegittimità nell’ambito della rete distributiva, riconoscendo invece il rapporto di subordinazione tra gestori e compagnie petrolifere. Un verdetto che mette in seria discussione la legittimità di questa tipologia contrattuale, a lungo utilizzata dalle compagnie per deresponsabilizzarsi nei confronti dei gestori e ridurne margine diritti.

Secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana, i partecipanti al tavolo mostrano un cauto ottimismo, ma il timore è che si stia cercando un compromesso che non affronti realmente il problema alla radice. La sentenza di Torino è chiara: il contratto di appalto non è conforme alla normativa vigente e ai principi di tutela del lavoro. Cercare di legittimarlo attraverso una mediazione rischia di essere solo un tentativo di aggirare la legge e di continuare a scaricare il peso economico sulle spalle dei gestori.

Le organizzazioni sindacali dei gestori hanno sempre detto che non saranno disponibili a concessioni al ribasso. La riforma del settore è attesa da anni e il rischio di un nuovo rinvio a causa delle pressioni delle compagnie petrolifere è concreto. Nei prossimi giorni sarà chiaro se il Mimit avrà il coraggio di prendere una posizione netta o se cercherà un compromesso che rischia di scontentare tutti, senza risolvere le criticità strutturali del settore e lasciare ancora una volta la riforma al palo. 

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Salvatore
Salvatore
1 mese fa

Lasciate ogni speranza, voi che entrate… cosi diceva epigrafe sulla porta dell’inferno , e con questo traete voi le conseguenze??? qui non se ne esce questi non molleranno di un centimetro, lo so che fa male dire tutto questo ma le Compagnie petrolifere di noi non gli frega una M……a di niente e come ho sempre sostenuto non c’è più molto da fare in quanto se si fa un analisi e si ipotizza di fare un accordo con questi delle compagnie sarà un accordicchio cioè un accordo sicuramente al ribasso anche perchè non si parte più dal contratto di comodato ma sicuramente sarà un contratto di appalto con qualche miglioria , giusto per dare un contentino come quando si da la caramella ai bambini per tenerli buoni, poi aggiungiamo che il tempo gioca a loro vantaggio per un semplice motivo che man mano che vanno in scadenza non ti viene più rinnovato a meno che non accetti un contratto di loro gradimento e cosi ti sei dato una bella mazzata sui maroni!!!e per concludere la ciliegina sulla torta e che i proprietari degli impianti sono loro è questo li mette in una posizione molto vantaggiosa non dimenticatelo !!!

Stefano v
Stefano v
1 mese fa

INCROCIAMO LE DITA E SPERIAMO CHE DIO CI AIUTI.