
Negli ultimi giorni, numerosi gestori di impianti di distribuzione carburanti hanno ricevuto solleciti di pagamento da parte di una società che richiede il versamento di somme per la presunta diffusione di “musica d’ambiente” all’interno dei punti vendita.
Le associazioni di categoria Faib Confesercenti e Fegica hanno prontamente contestato questa richiesta, sottolineando che la maggior parte degli impianti di carburante italiani sono di piccole dimensioni e non dispongono di strumenti per la diffusione musicale.
Inoltre, un recente pronunciamento della Corte di Cassazione ha chiarito che il tempo medio di permanenza di un cliente presso un distributore di carburante (circa due minuti) non è sufficiente a configurare una reale fruizione della musica da parte del pubblico, rendendo infondata la richiesta di pagamento.
Faib e Fegica evidenziano inoltre che l’insorgenza di un obbligo di pagamento dovrebbe avvenire solo in caso di utilizzo effettivo e accertato della musica, e non può essere imposta in maniera generalizzata a tutti i gestori.
Un ulteriore aspetto critico è che le organizzazioni di categoria, comprese FAIB, FEGICA e FIGISC, non hanno mai sottoscritto alcun accordo con la società in questione che giustifichi tali richieste economiche.
I gestori sono quindi invitati a non procedere con alcun pagamento e, nel caso in cui abbiano già versato le somme richieste, a chiedere il rimborso facendo riferimento alla comunicazione ufficiale delle federazioni.
Le associazioni di categoria hanno chiesto chiarimenti e un’immediata sospensione dei solleciti, riservandosi ogni azione legale a tutela degli interessi dei gestori