25 Aprile – La Resistenza: dignità, diritti, giustizia. Libertà!

Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione dal nazifascismo, non possiamo non riflettere sul significato profondo e attualissimo della parola Resistenza. Perché se è vero che quella storica – culminata il 25 aprile 1945 – fu un atto collettivo contro un regime che negava la persona e la libertà, è altrettanto vero che esistono oggi altre forme di oppressione, più subdole, più “moderne”, ma non meno umilianti. E che esiste, oggi, una nuova Resistenza.

Sì, perché pur nel nostro tempo, anche il nostro modo di essere è resistente. Troppo spesso dimenticati, ignorati o perfino disprezzati – stiamo combattendo da anni una guerra silenziosa. Una guerra contro imposizioni unilaterali, contro accordi violati, contro una marginalità ridotta all’osso e contro un sistema che, nel nome dell’efficienza o del profitto, ci tratta sempre più come meri ingranaggi da spremere e sostituire.

Come allora, non c’è una trincea. Non ci sono fucili. Ma c’è l’identica pretesa di negare la dignità, la libertà, di ridurre l’essere umano a un numero. Allora si usavano manganelli e olio di ricino, oggi penali, clausole vessatorie, DROP imposti, contestazioni via PEC come strumenti di intimidazione. Allora si spezzavano i denti, oggi si tenta di spezzare la schiena, la volontà, il futuro. Ma il meccanismo è lo stesso: togliere voce, togliere spazio, togliere libertà. Piegare. Umiliare.

Eppure, la Resistenza c’è. È negli uomini e nelle donne che ogni giorno, nonostante tutto, alzano la serranda per combattere la loro battaglia, a volte contro tutti. È nei Gestori che si rifiutano di diventare strumenti muti di un sistema ingiusto. È nella parte sana del Sindacato che non ha smesso di lottare, nei colleghi che si parlano e si aiutano, nelle denunce, nei ricorsi, nelle parole mai spente.

È la Resistenza di chi non firma ad occhi chiusi. Di chi dice NO. Di chi pretende un margine giusto. Un contratto dignitoso. Una vita degna.

Celebriamo il 25 aprile. Ma non solo la memoria. Celebriamo la coerenza. La dignità. La forza di chi resiste ogni giorno, anche in silenzio. Anche quando sembra che tutto sia inutile. Perché la libertà non è un’eredità. È una conquista da rinnovare ogni giorno. E la giustizia – quella vera, sociale, economica – non esiste senza la libertà.

Come allora, anche nel nostro tempo serve Resistenza. Perché anche in questo tempo, come allora, la partita è tra essere un numero o dimostrarsi persona.

E noi,  come allora, scegliamo di restare persone.

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Salvatore
Salvatore
19 giorni fa

UN saluto alla redazione e volevo fare un piccolo commento in merito a tutto quello che avete scritto nel post o articolo, e che sono delle verità che si trascinano da molto tempo e che purtroppo per noi ancora che resistiamo a tutto questo non è rimasto che una speranza che le cose si rimettono in una condizione di lavoro dignitoso anche se io personalmente non credo più ai miracoli , in quanto anche colui che i miracoli li faceva purtroppo per lui ha fatto la fine che conosciamo!!!! ma questa era una metafora ed io faccio riferimento a questo racconto della bibbia, perchè da tutto quello che ne ricavo e da tutto ciò che ha subito questa attività lavorativa, credo che nemmeno un Miracolo ci possa salvare….per chi ci crede???? buona Pasqua….