Il Contratto di Appalto inequivocabilmente bocciato nei rapporti tra compagnie e Gestori

La sentenza del tribunale di Torino segna un precedente storico

La sentenza emessa dal tribunale di Torino rappresenta un punto di svolta per i rapporti tra compagnie petrolifere (Retisti) e gestori delle stazioni di servizio. Con questa decisione, il giudice ha chiaramente sancito l’inapplicabilità del contratto di appalto nel settore della distribuzione carburanti, riconoscendo che tale forma contrattuale celava in realtà un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato​.

Perché il Contratto di Appalto è stato BOCCIATO?

La sentenza ha evidenziato numerosi elementi che rendono il contratto di appalto del tutto incompatibile con la realtà lavorativa dei gestori. In particolare, il giudice ha accertato che:

  • Il gestore non aveva alcuna autonomia gestionale, essendo obbligato a seguire direttive rigide imposte dalla compagnia;
  • Doveva rispettare un orario di lavoro predeterminato, senza alcuna possibilità di organizzazione autonoma della propria attività;
  • Non sosteneva alcun rischio d’impresa, in quanto l’approvvigionamento del carburante e le politiche commerciali erano interamente gestite dalla compagnia;
  • Era soggetto a un vincolo di esclusiva e a un divieto di concorrenza, tipici di un rapporto di lavoro subordinato​.

Il Tribunale di Torino non si è limitato a dichiarare l’illegittimità del contratto di appalto, ma ha anche riconosciuto il diritto del gestore ad essere reintegrato come lavoratore dipendente della compagnia. La società è stata quindi condannata a:

  • Reintegrare il gestore nel posto di lavoro;
  • Risarcirgli le differenze retributive non percepite;
  • Versare i contributi previdenziali e assistenziali arretrati​.

Cosa cambia per i Gestori?

Questa sentenza rappresenta un duro colpo per le compagnie petrolifere che negli ultimi anni hanno tentato di aggirare le normative di settore attraverso l’utilizzo di contratti di appalto e altre formule contrattuali discutibili. Il verdetto di Torino potrebbe infatti aprire la strada ad altri gestori nella stessa situazione, incoraggiandoli a impugnare contratti simili e a chiedere il riconoscimento della propria posizione di lavoratori dipendenti.

La decisione del Tribunale di Torino dimostra come il contratto di appalto non sia un modello applicabile al settore della distribuzione carburanti, contrariamente a quanto sostenuto dalle compagnie. L’uso di questa forma contrattuale si è rivelato un tentativo malcelato di aggirare le tutele previste per i gestori, ma ora la giustizia ha fatto chiarezza.

Questo caso è un vero e proprio punto di svolta che restituisce ai gestori la dignità e i diritti che per troppo tempo sono stati calpestati.

Contratto di Appalto: il Giudice del Lavoro riconosce la subordinazione e ordina l’assunzione dell’ex gestore

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Salvatore
Salvatore
1 mese fa

Un saluto alla redazione e vorrei fare questo commento alla sentenza che questo giudice di Torino ha respinto dando ragione al gestore, come di un contratto di lavoro assolutamente non applicabile per quanto riguarda la nostra categoria, e mi auguro che questo sia l’inizio di un percorso che porti ad una soluzione definitiva per quanto concerne la figura del gestore sugl’impianti con regole certe e soprattutto le compagnie che operano in questo settore lo accettino senza se e senza ma…comunque credo che questi delle compagnie petrolifere non si arrederanno per un motivo molto semplice che dopotutto gli impianti sono di loro proprietà e vedrete che faranno di tutto per avere l’ultima parola facendo leva sul fatto che gli impianti sono di loro proprietà e quindi credo che non accetteranno mai che un gestore possa mantenere una sua indipendenza come era con il vecchio contratto di comodato!!!!! e qualcosa mi dice che verremo ridimensionati in qualche maniera….Saluti.

Franco
Franco
Rispondi a  Salvatore
1 mese fa

Il vero problema e che non trovano più i gestori, i nuovi non entrano perché non c’è più la convenienza a gestire un impianto in comodato ,e quindi le compagnie non dando un margine equo si trovano così ,in tempi passati c’era la fila per gestire un impianto,oggi non lo vogliono,troppe incombenze e guadagno misero .

Salvatore
Salvatore
Rispondi a  Franco
1 mese fa

Tutto vero ma se siamo ridotti cosi la responsabilità è soltanto loro hanno ridotto questo lavoro da miserabili trattando le gestioni come se fossero i loro servi come nel medioevo e se non obbedivi ti davano solo bastonate e ripeto per la centesima volta che la gente che lavora gli devi dare la giusta retribuzione e non affamare le persone perché di questo si tratta e purtroppo non riguarda solo la nostra categoria guarda gli infermieri ne mancano molti gli ospedali non sanno più dove reperirli e il motivo è uno solo gli danno paghe da fame e fanno un lavoro che comporta dei rischi in quanto sei tutti i santi giorni a contatto con gli ammalati e mi fermo qui perché qui si devono ficcare in testa che alla gente gli devi dare una paga dignitosa e non un elemosina!!!! i soldi nel mondo ce ne a vagonate basta prenderli a costoro che fanno fior di miliardi sfruttando le persone e non ai soliti che si alzano tutte le mattine per tirare a campare, cercando di combinare il pranzo con la cena!!!!!!

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1 mese fa

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