Perché le frodi nella distribuzione carburanti sembrano essere tuttora fuori controllo, come testimonia il profluvio di offerte sospette e di nuovi sconosciuti operatori che si presentano ogni giorno a chi lavora nel settore?
Il pagamento anticipato dell’Iva prima dell’immissione in consumo dei prodotti, introdotto con la Legge di bilancio 2018, sembrava essere l’arma finale: se il punto è l’evasione dell’Iva, lo Stato ti obbliga a versarla prima. Perché non ha funzionato?
La norma esclude dall’obbligo di pagamento anticipato dell’Iva i prodotti di proprietà del gestore del deposito. Ecco dunque che da un anno a questa parte diversi depositi fiscali sono improvvisamente diventati, da semplici fornitori del servizio di passaggio, rivenditori di prodotto. Fatta la legge, trovato l’inganno. Un castello di norme molto restrittive che rischia di crollare per una tessera fuori posto.
Il “buco” era stato individuato già da tempo: in ottobre Andrea Pizzabiocca Lanzi dell’Agenzia delle Entrate parlava di “una norma molto complessa che lascia spazio a meccanismi elusivi abbastanza semplici” come “l’estrazione da parte dello stesso titolare del deposito e successiva vendita al trader”. Una falla che potrebbe essere chiusa con un’interpretazione restrittiva “attraverso una circolare”. Circolare che però ancora non ha visto la luce.
Perché non eliminare questa esenzione? C’è la volontà del settore? È ancora aperto il canale con il ministero delle Finanze? Perché non parte la circolare? E se il problema non è questo, dov’è la falla?
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Intanto la cosa sta drogando il mercato. Io sono una pompa bianca che compra nel mercato “tradizionale” ed ho una nutrita concorrenza che vende a prezzi per me insostenibili