L’associazione della Sardegna, costituita nella primavera scorsa, denuncia in una memoria scritta nell’ambito dell’esame della risoluzione 7-00258 De Toma, recante Iniziative urgenti in favore del settore della distribuzione dei carburanti, la drammatica situazione in cui versano i 22.000 gestori carburanti a livello nazionale e che sta portando migliaia di loro al fallimento.
Il gestore, scrive Angac, era libero imprenditore, libero di accettare o meno gli accordi economici con la compagnia, libero di decidere il prezzo di vendita, di effettuare le proprie scelte imprenditoriali. Con i sopraggiunti contratti collettivi nazionali, il gestore viene privato del proprio potere contrattuale, la sua volontà non ha più nessuna importanza poiché gli accordi vengono decisi anche nonostante il suo parere contrario. Emblematico è l’accordo 2018 EG con il quale il margine è stato brutalmente dimezzato da 4,75 a 2,75 centesimi lordi, ciò nonostante il parere contrario della maggioranza dei gestori EG.
La situazione è pressoché simile per tutti i gestori delle diverse compagnie. Oggi, prosegue la nota, in seguito agli accordi collettivi il margine è stato ridotto mediamente a 3 centesimi al self e a 5 centesimi al servito. Con gli accordi collettivi viene imposto al gestore un prezzo definito “consigliato”, che in realtà è un vero e proprio prezzo imposto a tutti gli effetti, dal quale il gestore non può discostarsene minimamente, a pena di vedersi decurtare dalla compagnia, sino all’ultimo centesimo se decidesse di vendere in sovraprezzo rispetto al prezzo “consigliato”.
La maggior parte dei gestori non viene informata del contenuto degli accordi, preventivamente ma neanche dopo che gli stessi son stati siglati, pur dovendovi sottostare per tutta la validità. Il gestore affronta quotidianamente una serie di costi e adempimenti obbligatori e, rapportando al lungo orario di lavoro, forse tra i più lunghi di ben 53 ore settimanali (9,5 ore dal lun al ven e 5,5 ore al sabato, ma è praticamente disponibile h24), resta poco più di un euro all’ora, cioè un palese sfruttamento del gestore peggio del caporalato dei raccoglitori di pomodori che tanto fa indignare, solo che loro sono in nero e non dovrebbero esistere, noi invece lavoriamo regolarizzati da contratti capestro, sotto gli occhi di tutti.
Col prezzo di vendita imposto, liberamente deciso dalle compagnie senza nessun limite istituzionale, la compagnia distorce il mercato maggiorando i prezzi sino a 60, 70 centesimi , e a rimetterci sono soprattutto i gestori e i cittadini, spesso già penalizzati in quanto in zone dove le Compagnie non temendo la concorrenza di retisti e pompe bianche, tengono i prezzi palesemente alti, impoverendo intere comunità costrette ad acquistare il carburante a prezzi troppo alti. E’ anche un abuso di posizione dominante con il quale la compagnia mette in atto una vera e propria attività intimidatoria nei confronti del gestore determinandone le sorti, inducendo con un prezzo fuori mercato al fallimento i gestori ribelli.
Il prezzo imposto concordato tra compagnie quando eccessivo ha come conseguenza la riduzione dei volumi per i gestori dei distributori della area interessata, ma anche un paradossale aumento di guadagno per le compagnie, addirittura con una perdita di vendite nell’ordine del 90%, la compagnia ha lo stesso guadagno. Il gestore invece con un prezzo fuori mercato è destinato al fallimento.
La differenza di prezzo nella modalità SERVITO rispetto al SELF, arrivata ai limiti della decenza, è un altro abuso perpetrato senza alcuno impedimento, a danno dei gestori. La Compagnia infatti nonostante abbia già incluso tutti i suoi costi di produzione, trasporto e il proprio margine nel prezzo al self, (tant’è che quando vende agli impianti interamente “selfizzati” ha già il proprio ricavo), si appropria ingiustificatamente del valore aggiunto rispetto al self dato interamente ed esclusivamente dal lavoro del gestore, al quale riconosce solo pochi centesimi, a fronte di differenziali tra i 20 e gli 80 centesimi.
Le attività “non oil” ovvero tutte le attività collaterali, che sono state citate in quanto dovrebbero alzare la media del risultato economico del gestore, sono gravate da royalty e contratti economici estremamente gravosi per il gestore, e quindi poco remunerative.
Nelle audizioni dei giorni scorsi è stato detto che non può essere stabilito un compenso minimo, poiché il gestore è un lavoratore autonomo. Ma il gestore ha un lungo orario imposto, un prezzo d’acquisto imposto, un prezzo di vendita imposto, un obbligo di acquisto in esclusiva imposto, un margine imposto, non può scegliere liberamente le proprie ferie se non previa autorizzazione, è sorvegliato tramite sistemi di monitoraggio a distanza, pertanto a nostro parere non può più essere definito libero imprenditore ma finta partita iva/dipendente mascherato senza tutte le tutele riservate a un dipendente nello stesso settore.
Pertanto il gestore deve essere libero di decidere autonomamente il prezzo finale di vendita e di effettuare le proprie scelte, oppure è un dipendente con tutte le tutele riservate del settore.
Ad integrazione chiediamo si possa dialogare affinché vengano poste in essere tipologie contrattuali aggiuntive che prevedano margini congrui almeno pari a quelli del 2014, prima del dimezzamento selvaggio ed indiscriminato del margine, e ragguagliati al caro vita non meno di 5 centesimi al self e di 10 centesimi al servito o del 60% del differenziale di prezzo tra self e servito e con un prezzo concorrenziale di mercato.
Il risultato di tutte queste ed altre situazioni che per brevità non possono essere elencate, è un palese abuso di dipendenza economica e di posizione dominante da parte delle compagnie, supportato da contrattazioni che chiaramente non rispecchiano e non tutelano l’interesse del gestore.
Per questi motivi sottolineiamo l’importanza che i Gestori vengano preventivamente ascoltati nel merito delle attività, discussioni e delle trattative di cui sono la parte direttamente interessata attraverso anche la nostra ed altre associazioni, ancorché considerate minori, ma pur sempre costituite in forma giuridica.
Angac memoria su risoluzione De Toma 7-00258 (1)
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Siamo passati da 10 cent o morte, a famo… 5 e chi s’è visto, s’è visto….! Cidda, facci la cortesia….. Stai a casa!!!!