Farmaci e Gdo: concorrenza sleale e pubblicità ingannevole, condanna in Francia per Leclerc

L’Udgpo, Union des groupements de pharmaciens d’officine, uno dei principali gruppi di acquisto costituito tra farmacie di comunità francesi (ne rappresenta più di 3000), ha vinto una lunga battaglia contro Leclerc. Udgpo, due anni fa, aveva portato davanti ai giudici la prima catena della grande distribuzione organizzata in Francia (o meglio, la sua “longa manus” Galec, società che ne coordina e attua le politiche commerciali e di marketing), contestandone le campagne pubblicitarie, ritenute fuorvianti, dove si affermava che in tutti i corner farmaceutici Leclerc operano farmacisti, a disposizione del pubblico per consigli e consulenze.

Ma non tutte le 256 parafarmacie aperte nei centri Leclerc, contrariamente a quanto affermato dagli annunci pubblicitari, dispongono di farmacisti, la cui presenza in questi esercizi non è obbligatoria (al contrario di quanto avviene in Italia, dove peraltro a pretendere l’obbligo del farmacista, non previsto nelle stesure orginarie delle famose l”lenzuolate” di Bersani, furono proprio le sigle della professione). Situazione che, con tenacia e una rigorosa indagine sul campo, l’Udgpo è riuscita a dimostrare, trascinando il gigante della Gdo davanti al tribunale commerciale di Creteil. Che, valutati i fatti e l’impossibilità di Leclerc di smontare le accuse della sigla dei farmacisti, con una sentenza dello scorso 3 dicembre ha condannato la catena per pubblicità fuorviante, concorrenza sleale e inganno del consumatore.

Leclerc è stato condannato a pagare la somma di 30.000 euro, a titolo di danni, all’Udgpo: somma in sè risibile, ma di grande significato simbolico, perché riconosce che le pubblicità ingannevoli del gigante della Gdo (fin dagli anni ’80 fervente sostenitore, con iniziative non di rado provocatorie, della totale apertura del mercato dei prodotti farmaceutici da banco) sono state cagione di danno per la professione farmaceutica.

Più ancora che per la sanzione pecuniaria, però, il dispositivo della sentenza è importante perchè condanna Leclerc a ristabilire la verità: oltre a modificare la sua pubblicità, dovrà eliminare in tutti i suoi corner farmaceutici ogni riferimento ai consigli del farmacista e pubblicare sulla sua pagina Facebook e sul suo sito www.sesoignermoinscher.fr la sentenza di condanna del Tribunale di Creteil (con un’ulteriore penale di 1000 euro al giorno in caso di inadempienza e ritardi). Un vero e proprio contrappasso, per Leclerc, quello di dover ammettere davanti ai consumatori di aver mentito. ingannandoli, e di essere costretta a farlo proprio sul sito sul quale costruisce e cerca di affermare da anni, giorno dopo giorno, la sua immagine di paladino delle cure a minor prezzo

Sottoscrivi
Notificami
guest
1 Comment
più vecchi
più nuovi più votati
Feedback in linea
Vedi tutti i commenti
pippo
pippo
5 anni fa

Scusate la mia ignoranza (so benzinaio ) ma centra qualcosa con i gestori italiani ,o per caso oltre ai cazzi dei retisti e compagnie andremmo anche a fare i cazzi all estero ?