ENI, Descalzi: “Società forte in grado di adattarsi a emergenza”

Nonostante il forte impatto dell’emergenza da Covid-19 sul settore Oil, negli ultimi 6 anni, grazie ai processi di trasformazione messi in atto, Eni è diventata una società “capace di adattarsi rapidamente a un mercato in continua evoluzione”. Lo ha sottolineato l’amministratore delegato Claudio Descalzi in un messaggio agli azionisti in vista dell’assemblea del 13 maggio chiamata a confermare l’Ad per il suo terzo mandato che si terrà a porte chiuse a causa della situazione sanitaria.

“È certamente uno scenario di emergenza e di incertezza, ma in questi anni – ha detto Descalzi – abbiamo costruito una società più forte e resiliente, capace di adattarsi rapidamente a un mercato in continua evoluzione”. L’ad ha ricordato che “nell’upstream Eni ha raggiunto nel 2019 un nuovo record di produzione, pari a 1.871 boe/g, in aumento del 17% rispetto al 2014” e ha inoltre “incrementato i contrattati di Gnl del 76%”. L’Ad ha, inoltre, fatto riferimento allo “sviluppato di nuovi business, quali le energie rinnovabili e l’economia circolare”.

Con una crescita del free cash flow nel 2019 del 40% e una riduzione del debito a fine 2019 del 16% rispetto al 2014, Descalzi ha definito “eccellenti” i risultati finanziari raggiunti, assicurando, al contempo, la crescita della remunerazione degli azionisti. “Queste azioni – ha aggiunto – abbinate a un programma di efficienza sui costi, negli ultimi 6 anni hanno più che dimezzato la cash neutrality del gruppo, arrivando a garantire la copertura di tutti i costi, investimenti e dividendi con il flusso di cassa operativo in presenza di un prezzo del Brent di 55 dollari/bbl, rispetto ai 114 d/bbl del 2014”.

Ciò non toglie che la crisi sanitaria in atto ha generato sul settore Oil un impatto “critico” caratterizzato da un drastico calo della domanda. “In particolare,– ha spiegato Descalzi – nel settore estrattivo è prevista una riduzione di 80mila occupati in Europa, Usa, Australia e Canada rispetto al 2019 e stime più negative sono previste per i servizi petroliferi in generale, con un impatto che potenzialmente potrebbe arrivare fino alla perdita di 1 milione di posti di lavoro nel mondo”. Sul fronte nazionale Oxford Economics stima un aumento complessivo della disoccupazione del 2,2%: dal 10% di fine 2019 al 12,2%. “Questo – ha commentato l’Ad – si traduce in una prospettiva di aumento dei disoccupati di circa 550mila persone a fine 2020, da circa 2,6 milioni a fine 2019 a circa 3,1 milioni”.

Nell’attuale scenario che Descalzi definisce “il periodo più complesso degli ultimi 70 anni, una crisi economica vicina ai livelli della grande recessione degli anni 1930” per il settore dell’Oil & Gas “la complessità – sottolinea l’Ad – è ancora maggiore dato il sovrapporsi degli effetti della pandemia al crollo dei prezzi delle commodities. Le quotazioni attuali del petrolio vedono un prezzo del Brent sul mercato fisico intorno ai 20 dollari/bl”. Se il prezzo del greggio dovesse rimanere ai livelli bassi come quelli attuali Eni è pronta a intraprendere nuove azioni. “Come abbiamo visto dai risultati del primo trimestre e dalle proiezioni ad anno intero la situazione è complessa. Nonostante gli importanti sforzi in termini di riduzione degli investimenti, dei costi operativi e general and administrative, se il prezzo dovesse continuare a mantenere i livelli di oggi – ha annunciato Descalzi – dovremo intraprendere ulteriori azioni per continuare a difendere la nostra società. Dobbiamo trovare dentro di noi la motivazione per reagire, per ridurre, in ogni azione che facciamo, i costi e gli sprechi. Dobbiamo anche aiutare i colleghi a fare meglio, dobbiamo rendere la macchina operativa molto più fluida. La produttività, la condivisione e la comunicazione costruttiva mai come ora sono essenziali. Dobbiamo fare del nostro meglio per migliorare la situazione in tutti i campi. I responsabili devono dare l’esempio, sempre”.

Tale contesto vede, tuttavia, l’impegno di Eni nella transizione energetica immutato. “Nonostante le grandissime sfide che stiamo affrontando oggi – ha detto Descalzi – il nostro impegno nel generare valore di lungo termine rimarrà comunque invariato. Continueremo a perseguire con fermezza la strategia di lungo termine che abbiamo disegnato coniugando la sostenibilità economica con quella ambientale, per costruire una nuova Eni, in grado di crescere nella transizione energetica fornendo energia in maniera redditizia e, al contempo, ottenendo un’importante riduzione dell impronta carbonica”. Restano “indiscussi” per questo – ha aggiunto – “i nuovi sfidanti obiettivi di decarbonizzazione al 2050, ovvero la riduzione dell’80% delle emissioni nette scope e la riduzione del 55% dell’intensità emissiva rispetto al 2018”. Per l’Ad “si tratta di obiettivi concreti, basati su progetti e azioni che Eni ha già dimostrato di sapere implementare. Gran parte delle iniziative che contribuiranno al loro raggiungimento sono già state avviate. Tra queste saranno rilevanti lo sviluppo delle fonti rinnovabili per raggiungere una capacità installata superiore a 55 GW al 2050, anche in sinergia con la crescita del mercato retail, dove la Società punta ad un aumento dei contratti di fornitura ad oltre 20 milioni al 2050 e a un’offerta di soli prodotti bio e rinnovabili al 2050 oltre che innovativi servizi alla mobilità”.

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Alex
Alex
4 anni fa

Una società forte che uccide i propri GESTORI…
BRAVO TI SI CHE VALES

Kazunori
Kazunori
Rispondi a  Alex
4 anni fa

non che le altre siano tanto meglio…