Staffetta Quotidiana – “Parlare di sviluppo in queste condizioni non è igienico. Prima bisogna parlare di risanamento”. A dirlo qualche tempo fa a proposito dell’illegalità nei carburanti era Pierluigi Bersani, ex ministro dell’Industria, “padre” delle liberalizzazioni dell’energia (e figlio di benzinaio). Cogliendo perfettamente il punto: il problema del settore oggi non è certo la concorrenza – magari lo fosse – ma il dilagare di quel tipo di “insalubrità”, per restare alle parole di Bersani, che negli anni successivi ha continuato a crescere, cominciando a fagocitare pezzi sani del sistema, nella disattenzione generale.
Forse è proprio per questo che nella segnalazione inviata oggi dall’Antitrust al Governo sui problemi della concorrenza in Italia, non si trova – diversamente da occasioni anche recenti – alcun riferimento ai carburanti. Un apparente pudore a lanciarsi nelle consuete considerazioni (oggi del tutto fuori luogo) su prezzi e barriere all’ingresso – come peraltro insisteva a fare il governo ancora pochi mesi fa – che nasce forse dall’acquisita consapevolezza che purtroppo, in un settore talmente aperto da diventare un colabrodo per la malavita, il problema è tutt’altro.
Una consapevolezza, però, che non pare ancora riuscire a vincere su un secondo pudore, quello che inspiegabilmente frena l’Antitrust dallo scendere apertamente in campo su questo tema. Eppure in questi anni le frodi Iva e il contrabbando, permettendo a qualcuno di fare offerte a prezzi stracciati, hanno mandato a casa schiere di operatori onesti, consentendo un’accumulazione di ricchezza che oggi è virtualmente in grado di fare il salto di qualità, rilevando una grossa quota di attività legali. Questo sì è uno spaventoso problema di concorrenza. L’Antitrust dov’è?
Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana
Da onesto gestore, forse eccessivamente dove ho subito ogni sorta di sopruso x non essere coinvolto in sporchi giochi poco onesti, quando negli anni passati le nostre associazioni denunciavano anticipatamente quello che viviamo oggi, l’antitrust con termini appropriati diceva che se i gestori tradizionali non erano capaci di fare la concorrenza il problema non erano le pompe bianche.
Fu un articolo pubblicato su questo sito dove riportava approssimativamente questa affermazione che mi ferì tantissimo, nella mia onestà e nell’intelligenza di tutti i miei colleghi.
A suo tempo pensai che le nostre associazioni prima o poi avrebbero trovato degli interlocutori ignoranti come loro dove poter scambiare delle idee x pianificare una soluzione intelligente.
Così non è stato perché questo settore movimenta fiumi di denaro quindi ci sono solo professori con il portafogli degli altri.
Tutto questo è andato avanti senza smuovere l’attenzione di nessuno fino a quando RAI 3 nella trasmissione Reporter quando nei bar di quartiere si sono laureati anche gli ubbriaconi.
Nel nome della legalità abbiamo continuato a perseguitare il gestore onesto con adempimenti che dovrebbero diminuire l’operato di che avrebbe dovuto controllare, ma non ha fatto.
Abbiamo un popolo tartassato perché quel denaro mancante alle casse qualcuno onesto lo ha dovuto sborsare e l’antitrust ??
L’antitrust che beneficio ha portato alla sua nazione in questi anni ??
Dal momento che la matematica non è un opinione non serviva un mago x fermare questa voragine.