Governo, Salvini e associazioni dei consumatori incendiano il malcontento degli automobilisti dopo la decisione di ripristinare le accise. Squeri (FI), “non c’è alcuna speculazione da parte degli impianti di distribuzione.”
Per evitare eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti su strade e autostrade a seguito dello stop degli sconti sulle accise, fonti del Mef confermano (come anticipato da alcuni quotidiani) che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già dato mandato, lo scorso dicembre, alla Guardia di Finanza di monitorare la situazione e che la prossima settimana verranno resi noti i risultati dei controlli effettuati.
Il governo Meloni non ha rinnovato il taglio delle accise che dal 1° gennaio 2023 ha prodotto aumenti di 18,3 centesimi per benzina e diesel (di cui 3,3 come componente Iva) e di 6,1 centesimi per il Gpl (5 centesimi di accisa più l’Iva).
Sulle accise ”parleremo con il Presidente del Consiglio”, ”c’è qualcuno che fa il furbo”. Lo dice il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini parlando senza mezzi termini di speculazione.
Interviene anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso confermando di aver chiesto a Mister Prezzi un monitoraggo costante e annunciando che la prossima settimana incontrerà le associazioni dei consumatori.
Per evitare eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti su strade e autostrade a seguito dello stop degli sconti sulle accise, fonti del Mef confermano che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già dato mandato, lo scorso dicembre, alla Guardia di Finanza di monitorare la situazione e che la prossima settimana verranno resi noti i risultati dei controlli effettuati.
La Procura di Roma indaga già sui rincari, compresi i prezzi del carburante, nell’ambito di un fascicolo aperto per individuare eventuali speculazioni. L’inchiesta è volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabilità. Gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. Inoltre finirà presto all’attenzione dei pm di Roma l’esposto presentato dal Codacons in ben 104 procure in cui si chiede “di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini”.
Sui prezzi dei carburanti parte una nuova offensiva del Codacons, che chiama in causa l’Antitrust chiedendo di aprire una istruttoria per la possibile fattispecie di intesa anticoncorrenziale. “Abbiamo deciso inoltre di lanciare un boicottaggio nazionale dei distributori più cari, – spiegano dall’associazione – invitando gli automobilisti italiani a verificare i prezzi sul proprio territorio, anche attraverso le apposite app che segnalano i gestori più convenienti, e a non fare rifornimento presso le pompe che applicano prezzi eccessivi”. Di recente sempre il Codacons ha presentato un esposto alle Procure e alla Gdf per aggiotaggio.
Carburanti boom, in autostrada il gasolio verso 2,5 euro. Di rincaro in rincaro da inizio anno, cioè da quando il governo ha cancellato definitivamente tutto lo sconto sulle accise, i prezzi dei carburanti continuano a crescere. E dopo la benzina segnalata nei giorni scorsi a quota 2 euro in alcune stazioni oggi è il caso del gasolio che i consumatori del Codacons fotografano verso i 2,5 euro al litro in autostrada. E si registrano picchi ‘anomali’ nelle Eolie o in Sardegna dove far arrivare la benzina costa di più. Proibitivi i prezzi in autostrada: in modalità servito la verde arriva a costare 2,392 euro al litro sulla A1 Roma-Milano, e il gasolio viaggia verso 2,5 euro al litro (2,479 euro).
Una situazione già all’attenzione del governo: nei giorni scorsi infatti il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto aveva bollato come ”speculazione” un livello di prezzo di benzina e gasolio oltre i due euro. Pichetto aveva annunciato inoltre che nel caso il livello fosse rimasto strutturalmente sopra quella soglia l’esecutivo sarebbe stato pronto a intervenire nuovamente. Il ministro ipotizzava il caso di una crescita ”stabile e significativa”. Sta di fatto che dall’inizio dell’anno, nonostante quotazioni del petrolio in deciso ribasso, sulla rete italiana fioccano gli aumenti. Aumenti che, secondo Consumerismo, potrebbero infiammare nuovamente l’inflazione (in lieve calo ma sempre record a dicembre) fino ad un +0,6%.
“Governo e maggioranza, avendo poche risorse disponibili, hanno legittimamente scelto di non rinnovare gli sconti sulle accise sulla benzina, dando priorità al contrasto del caro bollette. Una decisione condivisibile che non può, però, generare una ‘caccia al colpevole’ per i prezzi alla pompa, il cui aumento dal 1° gennaio è dovuto all’incremento della componente fiscale”. Lo dichiara il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia Luca Squeri. “In Italia – prosegue-, abbiamo le accise più alte del mondo sul gasolio e tra le più alte sulla benzina. Di contro, il prezzo industriale dei carburanti è nettamente inferiore alla media europea. Non c’è, dunque, alcuna speculazione da parte degli impianti di distribuzione. Sarebbe, pertanto, opportuno che il governo evitasse di alimentare il pur comprensibile malcontento degli automobilisti per gli aumenti e spiegasse che c’è l’impegno a creare le condizioni che consentano una diminuzione delle tasse sui carburanti”, conclude.
X Tony: Non ti sembra che posso essere più adatto come chiaroveggente e non come pescivendolo ?
Buona lettura.