
Prima o poi qualcuno farà uno studio per capire come può essere successo che una falsa notizia abbia messo in moto un meccanismo e una tale bagarre mediatico-politica-sindacale che ha come
atto finale addirittura la decisione del Governo di porre la fiducia su un cartello… e si, perché sul Decreto Trasparenza il governo ha deciso di porre la fiducia.
Il primo gennaio le accise tornano ai vecchi valori, i carburanti, ovviamente, aumentano, qualcuno se ne accorto e, per ignoranza o malafede, ha cominciato a urlare a tutto il mondo che era in atto una speculazione da parte dei benzinai che alla fine si ritrovano con un ulteriore cartello sugli impianti e ulteriori sanzioni da pagare, cose da fantascienza ma, purtroppo si tratta della cruda e triste realtà.
L’impegno solenne di un Parlamento sovrano? Buttato alle ortiche! La pressoché unanimità di voci contrarie al cartello? Buttata alle ortiche! (compresa quella a dir poco autorevole dell’Antitrust), il cartello resta li a certificare che i benzinai sono una categoria di lestofanti da mettere sotto stretto controllo, e poco importa se dopo qualche mese il cartello sarà il riferimento, al rialzo, per il prezzo dei carburanti, alla faccia della concorrenza e, soprattutto, della trasparenza.
Tant’è, sembra che le motivazioni alla base della decisione del Governo di porre la fiducia siano tutte politiche e tutte interne alla maggioranza, poco importa ai benzinai, il cartello arriva e ci si dovrà adeguare e attrezzare per rispettare la legge, che poi le rogne sono quasi tutte dei gestori ma i costi, tutti i costi, li pagheranno gli automobilisti.
Purtroppo con la revoca dello sciopero, decisa dalle tre federazioni che l’avevano proclamato, si è ridotta di molto la possibilità di proclamarne un altro per lo stesso motivo, i gestori si stanno ancora chiedendo del perché sia stato revocato; Si dovranno trovare altre strade per contrastare il cartello, a cominciare dal ricorso all’Antitrust nazionale e comunitario, senza trascurare il profilo di legittimità del cartello, e si potrà farlo solo dopo che il Decreto sarà diventato legge.
Ai gestori rimane comunque l’amaro in bocca per il trattamento subito, un’intera categoria messa alla gogna per l’aumento delle accise, la palese incapacità, o mancanza di volontà, da parte di chi deve difendere i consumatori di ricercare la vera fonte del caro carburanti e speculatori, troppo difficile, troppo grossi i piedi da pestare, meglio prendersela con il “poveraccio con la pompa in mano” come anni fa è stato definito il gestore dall’allora amministratore delegato Eni, Scaroni.
Ci rimane la consolazione che la stragrande maggioranza dei nostri clienti sa che non siamo né speculatori, né imbroglioni, e nemmeno tutte le “carinerie” che ci hanno gettato addosso, ci
conoscono e vengono da noi con la fiducia dell’amico; E magari li ringrazieremo mettendo in atto iniziative per far si che tutte le attività che vendono prodotti e servizi di prima necessità mettano il loro bel cartello del prezzo medio… e i prezzi dei prodotti sull’OSSERVAPREZZI BENI DI PRIMA NECESSITÀ.
Gc_TV – Il coordinatore
Moreno Parin
Signor Parin, lei ha inquadrato molto bene il problema, ma purtroppo rimangono pochi anni e poi molte cose cambieranno. Cioè la fine di un certo tipo di lavoro, lei vedrà che non ci saranno cambiamenti a livello legislativo per i gestori, poi le compagnie non avranno piu bisogno di manodopera a basso costo, e alla fine le solite note Eni, Enel faranno quello che vogliono.