Eni sta valutando la cessione del 20% di Enilive

L’indiscrezione, già circolata in passato, è stata recentemente rilanciata da Bloomberg. Secondo l’agenzia, Eni avrebbe ricevuto manifestazioni di interesse da potenziali acquirenti e starebbe collaborando con advisor per valutare il business complessivo a circa 10 miliardi di euro.

Enilive, che include bioraffinerie e stazioni di rifornimento, ha registrato un EBITDA di 250 milioni di euro nel primo trimestre del 2024, con un incremento del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dimostra una solida performance finanziaria, rendendo l’unità particolarmente interessante per gli investitori.

Eni sta anche considerando altre operazioni di scorporo. Tra queste, le attività relative alla cattura e sequestro dell’anidride carbonica e lo spinoff di Novamont, leader nel settore delle bioplastiche, che dovrebbe avvenire entro il 2027. Già nel 2023, Eni ha ceduto una quota di minoranza di Plenitude a Energy Infrastructure Partners AG.

Il CEO di Eni, Claudio Descalzi, aveva già confermato ad aprile l’intenzione di cercare un partner per Enilive e di valutare una possibile quotazione in Borsa. Questa strategia rientra nel cosiddetto “modello satellitare” di Eni, che punta a creare valore attraverso la costituzione di società specializzate in specifici business. Descalzi ha citato Plenitude come esempio di successo, evidenziando l’interesse elevato per Enilive e le discussioni in corso con potenziali partner strategici.

Descalzi ha indicato che l’identificazione del partner giusto per Enilive potrebbe avvenire entro la fine dell’anno. Il partner ideale dovrebbe condividere la visione futura e i piani di crescita di Eni, come è avvenuto con il fondo Eip per Plenitude.

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