Il mercato dei carburanti e i limiti della “selfizzazione”: il caso di Modigliana

Il mercato dei carburanti sta vivendo una crisi di servizio pubblico, esasperata dall’aumento dei distributori in modalità self-service, che in alcuni casi ha compromesso la continuità del servizio per i cittadini automobilisti. Un caso emblematico è quello dell’impianto Tamoil di Modigliana in provincia di Forlì-Cesena, in via Gramsci, dove il distributore, l’unico rimasto in città, funziona in modalità self-service e presenta problematiche di malfunzionamento costanti da ormai sei anni. Questo disservizio costringe spesso i residenti, nonché i tanti passanti e lavoratori della zona, a recarsi al distributore di Tredozio, distante 10 chilometri, con conseguenti disagi e costi aggiuntivi.

La frustrazione dei cittadini, come riporta il Resto del Carlino in un’indagine di Giancarlo Aulizio, si è espressa in numerose proteste. Uno dei cittadini più critici è Vitaliano Massari, pensionato settantaseienne che racconta come la sua necessità di fare rifornimento settimanale sia diventata una scommessa: “Spesso devo ricorrere alla riserva di benzina che tengo per altri usi o fare chilometri extra”. Massari ha iniziato a monitorare personalmente i malfunzionamenti, riportando episodi di black-out e l’impossibilità di effettuare pagamenti sia in contanti che tramite carte.

Anche nelle giornate di mercato, quando la domanda cresce, il distributore si blocca, lasciando a secco sia gli automobilisti sia gruppi di motociclisti, come accaduto lo scorso settembre. La situazione peggiora ulteriormente per la mancanza di comunicazione: non ci sono numeri di telefono visibili per segnalare i guasti né informazioni per contattare un responsabile in caso di blocco del sistema.

Il distributore è stato configurato per accettare pagamenti tramite l’app Telepass Pay, ma la connessione internet è debole, spesso insufficiente per garantire la continuità dei pagamenti. Adriano Cheli, consigliere comunale di minoranza, ha contattato la sede Tamoil a Milano, ricevendo solo risposte parziali: il problema deriverebbe da una connessione lenta e instabile, poiché il sistema si basa su una connessione a chiavetta con una copertura inadeguata.

Alcuni problemi sono legati anche alla raccolta di contanti che, se non gestita correttamente, compromette ulteriormente il servizio. Onorio Bellini, titolare della tabaccheria adiacente, racconta come i guasti nella linea telefonica e nelle connessioni elettriche incidano sui suoi terminali e suppone che lo stesso accada all’impianto di carburante: “L’area di servizio richiederebbe la presenza di un addetto che controlli gli erogatori e gestisca problemi basilari, invece di lasciarli in balia della tecnologia instabile”.

Il caso di Modigliana solleva questioni cruciali sullo stato del mercato dei carburanti in Italia, dove la “selfizzazione” diffusa ha finito per compromettere l’efficienza del servizio. Questo processo, motivato spesso dalla falsa necessità di ridurre i costi di gestione, visti gli esigui margini riversati ai gestori (Tamoil tra l’altro non rinnova da anni accordi economici cosi come previsto dalle leggi speciali che regolamentano il settore) non considera le esigenze dei consumatori e ha creato un modello di distribuzione che è con tutta evidenza inefficiente, soprattutto per le piccole comunità che dipendono da un solo distributore.

A oggi, nonostante le segnalazioni dei cittadini e i tentativi di risolvere la questione, il problema resta irrisolto. Il  problema, come evidenziato da numerose voci, è che questa inefficienza è presente in molti altri comuni, dove la presenza di addetti al servizio e una manutenzione tempestiva e strutturale sarebbero elementi chiave per garantire un servizio pubblico essenziale come quello dei carburanti.

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Tony
Tony
5 mesi fa

Aumentare i guadagni per i gestori!!
Finiamola con questa guerra dei prezzi

Carlo
Carlo
Rispondi a  Tony
5 mesi fa

ma ci sono ancora gestori in comodato?

SALVATORE
SALVATORE
5 mesi fa

Diciamo pure che i contratti di comodato che una volta regolamentavano questo settore non esistono più e che rendevano questo lavoro dignitoso per chi lo svolgeva e dava una buona resa economica,se poi c’erano attività collaterali del tipo lavaggio gommista e accessori si potevano fare dei guadagni extra….ma ora tutto questo non c’è piu’ con i nuovi contratti di appalto non è più cosi, in quanto la figura del gestore quella classica è venuta meno praticamente non esiste più, con i contratti di appalto che le compagnie più titolate “Eni” stanno proponendo alle gestioni non sono altro che contratti capestro che avvantaggiano le compagnie e rendono il gestore una totale nullità ma con una serie di responsabilità non di poco conto senza più avere diritti ma solo doveri per non parlare dei margini totalmente inadeguati e ridicoli,e tutto a favore di costoro,e non voglio dare colpe a questo o a quello anche perchè in questi ultimi tempi ne abbiamo parlato ampiamente, ma penso che questo non è più un lavoro che possa dare un sostegno economico che ti possa permettere di vivere una vita dignitosa vista la situazione molto compromessa, dallo strapotere delle Compagnie!!!!!