Biagio Rizzo, 55 anni e autotrasportatore di carburante da oltre tre decenni, racconta in una intervista rilasciata a La Stampa la sua esperienza e le paure legate all’esplosione che ha sconvolto il deposito Eni di Calenzano. “Nel mio lavoro un po’ di paura c’è sempre stata, perché maneggio materiale infiammabile”, confessa. Ma dopo l’incidente, in cui hanno perso la vita cinque persone, il timore si è trasformato in qualcosa di più profondo: “Voglio smettere di fare questo lavoro. Dopo tanti anni, una tragedia simile ti spaventa”.
Biagio sottolinea un aspetto critico che ora è al centro delle indagini della Procura di Prato: la manutenzione agli impianti avveniva spesso in contemporanea al rifornimento dei carburanti. “In passato, questi due momenti erano separati. Ora sembra che si preferisca accelerare i tempi, forse per ragioni economiche”, spiega, evidenziando i rischi aggiuntivi di questa pratica.
Nonostante le sue preoccupazioni, lamenta che chi segnalava problemi al sistema di svuotamento dei vapori veniva penalizzato: “Finivi nel libro nero del deposito e non ti facevano più entrare. Se passavi il badge alla sbarra, risultavi non autorizzato”.
Biagio difende il lavoro dei trasportatori, sostenendo che rispettano rigorosamente le direttive imposte dal deposito. “Noi seguiamo tutte le procedure. Arriviamo, ci prenotiamo, carichiamo e seguiamo le istruzioni. Non abbiamo colpe”, afferma con fermezza, lasciando intendere che le eventuali responsabilità vanno cercate altrove.
Sul tragico incidente, Biagio preferisce non speculare, ma offre una riflessione su quanto visto nel video dell’esplosione: “Quel fumo bianco è un gas compresso, tipo benzina, che saliva all’aria. Deve essere successo qualcosa nella cisterna: una perdita, una pressione anomala. Sarà la magistratura a chiarire tutto”.
In questi giorni Biagio ha scelto di non lavorare. “La paura è troppo grande. Torneremo a lavorare, ma abbiamo bisogno di spiegazioni e rassicurazioni. Speriamo che le indagini portino alla luce la verità e che vengano fatte perizie e controlli approfonditi”.
Dietro la figura di Biagio si cela un uomo comune, un padre di famiglia che ha cresciuto due figli grazie al suo lavoro. Come lui, molti suoi colleghi aspettano risposte per poter tornare alla loro quotidianità con maggiore serenità.