
Ancora una volta il copione si ripete. Questa volta è successo a Rimini, distributore Tamoil di via Coriano: colpi sparati, un dipendente minacciato e l’intero incasso – circa 5.000 euro in contanti – volatilizzato in un paio di minuti.
Poco importa che oggi la narrazione ufficiale voglia rassicurare: “tranquilli, la moneta elettronica cresce”. Certo, cresce… ma a spese dei gestori, che devono pagare commissioni profumate per ogni transazione digitale, mentre i contanti, quelli che fanno davvero gola ai rapinatori, rimangono ancora abbondanti nelle casse.
La “truffa” perfetta: rischi da imprenditore, margini da fame. Il paradosso è servito: i gestori si trovano a incassare migliaia di euro giornalmente, ma il margine effettivo sul venduto – quello che ci finisce in tasca – è spesso inferiore al 2%. Se non paghi con una commercial, altrimenti si azzera. L’alternativa è rischire la pelle se ti pagano in contanti, quando il grosso dei soldi è destinato a Stato (accise e iva) e compagnie petrolifere.
Aumenta il pagamento elettronico? Bene. Peccato che le commissioni bancarie siano a carico dei gestori, senza nessun adeguamento reale dei margini per compensare il costo.
Se invece ti tocca ancora gestire il contante? Non solo corri il rischio fisico di essere rapinato (e a volte peggio), ma sei anche lasciato solo a difendere un capitale che non ti appartiene.
Chiariamolo subito: nessun impianto, per quanto dotato di telecamere e sistemi di allarme, può difendere un gestore da una rapina a mano armata. Non bastano due cartelli con scritto “zona videosorvegliata” per fermare chi arriva sgommando su una Golf rubata, pistola (vera o a salve) in mano.
Il vero scandalo è che ancora oggi, nel 2025, un lavoratore debba rischiare la vita per versare soldi che non sono nemmeno suoi. Dove sono i fondi per la messa in sicurezza reale delle aree di servizio? Dove sono gli incentivi veri per abbattere l’uso di contante? Dove sono le tutele contrattuali che proteggano chi sta ogni giorno in trincea?
Domande inevase da anni, mentre ai vertici delle compagnie si studiano contratti flessibili per togliere quegli ultimi diritti rimasti. E ogni rapina, ogni colpo sparato in aria, ogni incasso rubato non è solo un episodio di cronaca: è la fotografia impietosa di un sistema che ha tradito chi lo tiene ancora in piedi.
Non basteranno mille slogan sulla “rete moderna” a cancellare questa vergogna.
Dopo 27 anni da gestore, sono passato a fare il presidiante (solo per arrivare alla pensione). Alla fine, il margine diventa lo stesso, i rischi sono molto inferiori e i pensieri nulli. Con 3 centesimi al litro lordi e l’aumento esponenziale dei costi, fare il gestore non conviene più.