
La controversa vicenda dell’ormai famosa “intesa” tra Enilive e Figisc, successivamente derubricata dalla stessa Figisc a semplice proposta, relativa ai meccanismi di adeguamento dei prezzi dei carburanti per i Gestori Eni, ha ricevuto un fermo e deciso “NO” dalle associazioni dei Gestori, Faib e Fegica.
Le due Federazioni, infatti, non appena venute a conoscenza dell’iniziativa, hanno immediatamente inviato una comunicazione ufficiale ad Enilive e, per conoscenza, al presidente della Figisc, Bruno Bearzi, motivando chiaramente il loro rifiuto. A questa comunicazione ne è seguita un’altra, sempre congiunta, dei presidenti Sperduto (Faib) e Di Vincenzo (Fegica), indirizzata a tutti i Gestori.
Faib e Fegica hanno definito l’intesa altamente discutibile e in palese contrasto con le regole consolidate della contrattazione collettiva. Secondo le due Federazioni, l’accordo è stato raggiunto in modo autonomo, ignorando completamente i criteri stabiliti dalla normativa vigente. A prescindere dal contenuto della proposta stessa, Faib e Fegica hanno sottolineato con forza come questo modo di operare sia non solo inadeguato, ma anche gravemente distante dalle funzioni istituzionali assegnate dalla legge alle Parti Sociali.
Nel dettaglio, Faib e Fegica denunciano l’uso superficiale e pericolosamente arbitrario di strumenti negoziali che dovrebbero, al contrario, garantire la tutela dei diritti dei Gestori. Questa “pseudo-intesa” sembra un tentativo di legittimare posizioni fragili e contraddittorie, ignorando norme e regole fondamentali in tema di rappresentanza sindacale. Va ricordato, inoltre, che Figisc aveva deciso autonomamente, già dal 9 gennaio scorso, di intraprendere un percorso separato di dialogo con Eni, rinunciando così a una posizione sindacale unitaria.
Faib e Fegica hanno ribadito con forza che le condizioni economiche e normative, inclusi i margini pro litro garantiti ai Gestori, devono essere regolate esclusivamente tramite Accordi collettivi aziendali negoziati con le Organizzazioni di categoria riconosciute. Queste condizioni rappresentano un diritto minimo e indisponibile, modificabile solo con accordi di pari livello. Qualsiasi patto individuale che dovesse peggiorare tali condizioni sarebbe nullo dal punto di vista giuridico.
Pur ritenendo legittima la decisione di Enilive di sospendere l’accordo integrativo sul rimborso delle giacenze, le Federazioni sottolineano che tale scelta conferma il disinteresse crescente di Enilive per la competitività e l’efficienza della propria rete carburanti.
In conclusione, Faib e Fegica invitano i Gestori ad inviare ad Enilive il modello predisposto di comunicazione via PEC per contestare le imposizioni su “drop e giorni fissi di fornitura” e ribadire il diritto a esaurire le scorte giacenti in caso di abbassamento dei prezzi raccomandati. Inoltre, sollecitano i Gestori a pretendere prezzi concorrenziali e a segnalare tempestivamente qualsiasi comportamento che possa limitare o impedire l’esercizio dei loro diritti, specialmente in presenza di minacce o ricatti, ricordando sempre che i diritti esistono e si difendono solo se esercitati, e invitano infine a evitare la firma di accordi inappropriati o dannosi., chiunque dovesse venire a “proporli”