Carburanti in autostrada: Unem ricorre al Tar contro le rigidità contrattuali

Per Unem il problema della crisi del settore atustradale sarebbe la rigidità contrattuale e l’Overpicing dei Gestori

Un’altra pugnalata alle spalle dei Gestori. Le compagnie petrolifere associate a Unem, attive sulla rete autostradale, hanno presentato ricorso al Tar contro il decreto Mit del 5 luglio scorso, sostenendo che le nuove regole introdurrebbero “ulteriori rigidità nella gestione delle aree di servizio” . La notizia è su Staffetta Quotidiana. 

La mossa arriva dopo che le associazioni dei gestori hanno chiesto ai concessionari di attendere il pronunciamento del tribunale amministrativo prima di procedere con le nuove gare per l’affidamento delle aree di servizio .

La posizione di Unem: un attacco strumentale alle regole di settore
Unem giustifica il ricorso affermando che il comparto della distribuzione carburanti in autostrada soffre da anni una crisi strutturale dovuta alla riduzione dei volumi di vendita, rendendo insostenibile la gestione di molte aree di servizio. Secondo l’associazione, la modernizzazione della rete dovrebbe avvenire senza introdurre “nuove rigidità contrattuali”, poiché tali vincoli non avrebbero né favorito l’evoluzione del settore né evitato episodi di overpricing.

Tuttavia, questa posizione appare strumentale e fuorviante. Parlare di rigidità contrattuale è un modo per mascherare la volontà delle compagnie di continuare ad avere piena discrezionalità nella gestione delle aree di servizio, senza dover rispettare regole chiare e condivise con i gestori. Se oggi il settore versa in una situazione critica, la responsabilità è proprio delle compagnie petrolifere e  che ha portato a politiche commerciali insostenibili per i piccoli imprenditori della rete autostradale.

Il vero problema: gare poco trasparenti e precarizzazione dei gestori
La verità è che Unem si oppone a un quadro normativo più rigido perché vuole continuare a imporre contratti sfavorevoli ai gestori, scegliendo modelli di business che garantiscano maggiori profitti alle compagnie, ma scarichino i costi e i rischi sugli operatori delle stazioni di servizio.

Negli ultimi anni, la gestione delle gare autostradali ha creato situazioni di precarietà, con contratti sempre più brevi e condizioni economiche insostenibili per chi opera sul campo. La presunta “modernizzazione” auspicata da Unem sembra quindi nascondere una deregolamentazione ancora più spinta, con il rischio di far precipitare il settore in un’ulteriore spirale di instabilità e chiusure.

Anche l’Autorità dei Trasporti si oppone al decreto Mit
A dimostrazione della complessità della questione, anche l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art) ha presentato ricorso contro il decreto Mit (v. Staffetta 16/10/24). Tuttavia, mentre le compagnie cercano di sfruttare la situazione a proprio vantaggio, resta sul tavolo la necessità di tutelare il ruolo dei gestori e garantire un sistema di concessioni trasparente, che non lasci spazio a pratiche scorrette e squilibri contrattuali.

Adesso si attende la risposta delle associazioni di categoria impegnate a vigilare affinché le normative di settore non vengano manipolate a beneficio esclusivo delle grandi compagnie, ma garantiscano un mercato equo e sostenibile per tutti gli operatori.

Sottoscrivi
Notificami
guest
2 Commenti
più vecchi
più nuovi più votati
Feedback in linea
Vedi tutti i commenti
Stefano v
Stefano v
1 mese fa

MA IL DDL NON DOVREBBE DARE RISPOSTE ? CON LA SCOMPARSA DI TIMPANI NON NE PARLA PIU’ NESSUNO .

Salvatore
Salvatore
1 mese fa

Cari colleghi potrei cominciare cosi: FUORI DAI COGLIONI!!! non c’è molto altro da aggiungere questi delle compagnie in questi ultimi anni hanno fatto quello che cazzo volevano vi è chiara questa roba oppure siete ancora convinti che non è cosi, e se vogliamo analizzare le cause di questa situazione di questa disfatta si perché di questo si tratta e non saprei come definirla se non una totale sconfitta, e se vogliamo spendere due parole perché si è arrivati a questa situazione potremmo cominciare dicendo che le colpe di tutto questo sono da suddividere in tre punti, il primo punto siamo noi gestori che non siamo stati assolutamente una corporazione una categoria unita per la tutela e la difesa dei nostri diritti, e i motivi si conoscono senza girarci tanto intorno, punto numero due il sindacato si anche loro hanno delle responsabilità in tutto questo è non sono esenti per un semplice motivo che non hanno svolto la funzione per cui sono nati ed è la difesa dei suoi iscritti a spada tratta contro lo strapotere delle sette sorelle mantenendo il piede in due scarpe cercando di mediare ma con questi non c’è nulla da mediare visto come ci hanno ridotto….ed in fine il punto numero tre i vari governi che hanno concesso a questi delle compagnie di tutto e di più con una arroganza al di fuori delle regole senza mai richiamare all’ ordine questi Signori permettendogli di fare di noi carne da macello come dei soldati in prima linea…e concludo dicendo che con questi che ci governano attualmente mi danno l’impressione di essere piuttosto compiacenti e sensibili con certi poteri???