
La recente comunicazione di Enilive ai propri Gestori conferma la sospensione dell’Accordo Integrativo del 23 febbraio 2023, ponendo fine a un meccanismo che consentiva una gestione più equilibrata delle variazioni di prezzo dei carburanti. A partire dal 17 marzo 2025, i Gestori saranno tenuti ad adeguarsi al Prezzo Consigliato + Prezzo Massimo, senza più poter contare sul rimborso per la gestione delle scorte in caso di riduzione del listino. Si torna così all’accordo di base, che prevede la possibilità di adeguare il prezzo all’esaurimento delle scorte di giacenza entro un massimo di tre giorni.
Questa scelta, aspramente criticata dai Gestori, segna una netta presa di distanza di Enilive da una strategia orientata alla competitività sui prezzi dei carburanti, confermando implicitamente che la compagnia non intende adottare politiche realmente concorrenziali, nonostante il suo ruolo di Market Leader.
L’accordo prevedeva la facoltà di Enilive di garantire ai propri Gestori migliori condizioni competitive e consentire una tempestiva riduzione dei prezzi alla pompa. Con la sospensione dell’accordo integrativo sulle scorte in giacenza, invece, Enilive lascia ai Gestori la facoltà di adeguarsi al Prezzo Massimo, ma senza più alcuna compensazione per la perdita di valore delle scorte. Questo significa che la compagnia, già poco competitiva, lo sarà ancora meno.
Questa nuova iniziativa si inserisce in un contesto già estremamente critico per i Gestori Enilive, che da anni denunciano una progressiva erosione dei margini e condizioni operative sempre più gravose. L’ennesima decisione unilaterale rende evidente, ancora una volta, il disequilibrio nei rapporti tra azienda e Gestori, costretti a subire obblighi e vincoli senza alcuna contropartita adeguata.
A tutto ciò si aggiungono altre imposizioni aziendali, come i vincoli sui quantitativi minimi di carburante ordinabili (DROP) e i giorni fissi per gli ordini, che limitano ulteriormente la capacità dei Gestori di gestire la propria attività in modo efficiente.
Nel breve termine, questa decisione porterà ulteriori difficoltà economiche per i Gestori, spingendo molti di loro (come già accade) a rivalutare la convenienza di continuare a operare sotto il marchio Enilive. Il malcontento potrebbe tradursi in nuove tensioni e richieste di intervento sia sindacale che legale.
L’Accordo Integrativo forniva almeno una minima tutela per chi gestisce un impianto Enilive, garantendo un parziale recupero economico per la svalutazione del carburante a seguito di un calo di prezzo. Un’altra tutela che i Gestori non potranno più utilizzare.
Tutto questo a vantaggio di alcune pompe bianche.
Regole uguali per tutti,senza se senza ma basta tutta questa concorrenza slealeeee
Vogliamo una volta per tutte risolvere il problema a monte……